Angrema
24/07/2003
 
LA GAFFE DI BERLUSCA
SUCCESSI E INSUCCESSI


Mussolini marcio’ su Roma con una truppa di camice nere.

Molti decenni più tardi, Berlusca marcio’ su palazzo Chigi, complice una troupe di TV Mediaset a colori PAL (1).

Quando si accinse a marciare su Bruxelles, fu tradito da una troupe di TV europee, le quali misero alla berlina la sua smorfia da commedia dell’arte (il suo consigliere diplomatico non gli aveva detto che l’Europa é diversa dall’Italia).
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(1) PAL = standard di trasmissione del colore in TV
--------- Parigi, 6-7-03

CULTURE UN PO DIVERSE
L’ ICEBERG
LE VALUTAZIONI

Mi riferisco all’articolo “Basta Pregiudizi” (sul CdS del 1-7) di Heinz J. Fischer, il quale scrive fra l’altro: “Tuttavia la mentalità dei popoli rimane ostinatamente la stessa”. E continua dicendo: “In base alla mentalità tedesca, queste pesanti accuse rappresentano ostacoli insormontabili per un candidato…”, con riferimento al conflitto di interessi non risolto, ai processi in sospeso ed alla concentrazione dei media in mano a Berlusca.

Successivamente c’é stato a Strasburgo un sorprendente battibecco tra il nuovo presidente del consiglio europeo e un deputato tedesco. Incidente che sorprende molti europei. Per i quali l’autorità e l’attendibilità di un presidente é anche legata alla sua capacità di servire il proprio Paese (e non ai suoi conflitti di interesse).

L’incidente non sorprende troppo chi ha visto altre esternazioni e gaffes del presidente (ricordo, ad esempio, quella sulla cultura mussulmana, che fece scorrere i giorni seguenti fiumi d’inchiostro e determino’ la necessità di chiarimenti a livello ambasciatori). Soprattutto non sorprende chi, avendo viaggiato frequentemente in l’Europa per lavoro per trenta anni, ha osservato differenze notevoli, nell’ambito della U.E., nei comportamenti come nelle culture e nelle sensibilità.

Anni di paragoni ed esperienze in Europa mi spingono ad individuare le motivazioni culturali profonde di un incidente, cui potrebbero seguirne altri altrettanto spiacevoli (e negativi per l’immagine dell’Italia).

L’ICEBERG

Il comportamento (ma soprattutto il passato) di Berlusconi che non piace ad un Tedesco, a un Francese o ad un Britannico é solo la punta dello iceberg. La parte immersa dello iceberg riguarda i comportamenti sociali in Italia e nel resto della U.E. (1).

Il quadro sociale relativo al resto della U.E (1) si puo’ sommariamente descrivere indicando quali sono i valori fondamentali in quelle società, le quali sono capaci di una vita sociale certamente più semplice di quella a cui noi siamo ormai abituati (essi sono listati nello Allegato 1). In tali società, nella vita sociale sono considerati degeneri (e credo siano l’eccezione), ad esempio, i seguenti fenomeni:

- sbandierare demagogicamente un programma prima delle elezioni, attuarne uno differente dopo;
- differenze sostanziali fra la formulazione dei diritti e leggi iscritte nella costituzione e nelle leggi e la relativa realizzazione pratica;
- elevate differenze fra i programmi delle infrastutture o servizi sociali che sono alla base delle decisioni prese e i successivi consuntivi finali.

In quelle società, che sono definite da Peyrefitte come “societés de confiance”, c’é in pratica davanti alle leggi e nella realizzazione dei diritti, una sola categoria di cittadini. Ed ognuno ottiene cio’ che gli spetta senza grandi sforzi (non serve il referente). Le capacità di condizionare il proprio futuro, per un popolo che ha adottato tali valori come patto sociale, sono elevate. Tali società arrivano a costruire una vita civile che non é impastata di emergenze, sorprese e insoddisfazioni. Potremmo accostare una società europea di tale tipo ad un grande fiume che scorre lento e calmo, senza grandi rischi di inondazioni.

Un emigrato purtroppo tende invece ad assimilare la vita sociale in molte regioni italiane ad un torrente che scorre irregolare, con ingorghi improvvisi e rischi di inondazioni.

LA DERIVA

La parte immersa dello iceberg riguarda le notevoli distanze fra i comportamenti diffusi che caratterizzano la vita civile in altri Paesi della U.E. e quelli diffusisi in Italia negli ultimi venti anni circa.

Non sembra necessario ricordare quali comportamenti si sono ormai diffusi in tante regioni d’Italia e in tanti settori. Posso pero’ dire che i comportamenti che erano diffusi in Italia trenta anni fa erano molto più vicini a quelli degli altri europei. A quell’epoca, nell’Italia sociale e politica, era ancora pretesa la serietà, la coerenza fra promesse ed azioni, fra doveri e comportamenti effettivi. Esisteva ancora una certa affidabilità di enti ed attori sociali, c’erano meno sorprese ed emergenze nella vita pubblica. A quell’epoca forse Berlusca non sarebbe stato accettato come premier.

Successivamente, abbiamo lentamente ma con continuità abbassato notevolmente la soglia di guardia dei comportamenti accettabili. Una attenta riflessione potrebbe indicare perché cio’ é successo. Ora si accetta di tutto, in un periodo confuso in cui molti Italiani si limitano ad occuparsi del proprio giardinetto, quasi rassegnati alle sopraffazioni. Cio’ non é successo, almeno in tale misura, nel resto della U.E. Ecco quindi le cause sommerse della deriva dalla Europa, che costituisce la parte sommersa dello iceberg.

Un emigrato in un Paese avanzato guarda i comportamenti prevalenti in Italia con occhiali europei, per cui arriva a valutazioni quali le seguenti (vedi anche gli Allegati):

- esistono in Italia (ma non in U.E.) due categorie di cittadini, quelli che “fanno i mazzi” (i VIPs del potere civile e di quelli nascosti) e quelli che...............hanno bisogno di un referente per avere cio’ che gli spetterebbe, se la costituzione e le leggi fossero ben fatte e ben applicate;
- la società sembra avviarsi verso uno scenario di delirio confusionale, ove tutto e il contrario di tutto puo’ succedere;
- gli usi (e i mercanteggiamenti) da sook si diffondono ormai in molte città.

Nello schemino allegato “Mazzi e Padrini” sono evidenziate le disastrose conseguenze della mancanza di chiarezza, di riflessione e di organizzazione, che potremmo comprendere sotto il termine “confusionismo”. Il confusionismo, l’improvvisazione, che sono italiane e non europee, sono la discriminante che distingue il sistema Italia dal resto della U.E..

Putroppo col confusionismo si puo’ sopravvivere per poco. Si rischia il disastro. Cio’ nonostante, sembra che si sia perso di vista il quadro generale della società e ci si ingolfa spesso nelle fatiche di Sisifo per restare a galla in settori particolari, talvolta caratterizzati da acque non trasparenti. Quindi, si perde la vista d’insieme e non si fanno paragoni con altri tipi di società.

A inizio secolo, nel mercato globale, é necessario adottare valori che sono comuni in altri Paesi e che permettono una vita civile meno confusa che in Italia. Anche per avere competitività. Tali valori, che esistevano in Italia, anche se non in misura sufficiente, si sono poi rarefatti, sembrano spariti dalla società di alcune regioni, a causa della nostra recente degradazione. Eccoli: l’organizzazione, la programmazione, la chiarezza della espressione orale e scritta (da preferire alle scelte intuitive), la logica, l’eguaglianza reale dei diritti dei cittadini, la selezione per merito, il realismo. E poi i valori primari che ne permettono la sopravvivenza: la serietà, la riflessione, la correttezza, la responsabilità, (vedi anche l’Allegato La Favola). Se avessimo diffusi tali valori in tutta la società, riusciremmo ad applicare completamente e pienamente la costituzione e le leggi. La società non avrebbe più strozzature (colli di bottiglia, dice Ciampi). E la competitività farebbe un balzo in avanti. Per ora non possiamo arrivare a tanto.



IL FUTURO

Il futuro dipende dalla nostra capacità di realismo e riflessione. I quali sono necessarii per poter ambire ad avere una vita civile a misura europea e pretendere di essere competitivi. Il secondo obiettivo, la competitività, é possibile in una società trasparente (di tipo anglosassone), non in una società di tipo sudamericano.

I problemi della FIAT, la discesa del Paese nelle classifiche internazionali relative alla competitività, sono dei segnali. Visti i comportamenti diffusi, non son sicuro che ne terremo conto. Ma spero di sbagliarmi ad essere pessimista.


Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr

P.S. In due righe: Berlusconi é un premier accettato dagli Italiani (ma essi sono di bocca buona). Non é un presidente del consiglio visto con simpatia dagli altri europei (che io chiamerei più serii e meno confusi), neanche per un breve periodo.

(1) Per U.E. intendo qui gli altri Paesi della U.E., eccetto la Spagna e la Grecia, che non conosco abbastanza.

Allegati (chiedermeli):
1. Comportamenti europei
2. Mazzi e padrini
3. Una favola

23/07/2003
 
FLESSIBILITA E EVOLUZIONI DEL BEL PAESE

 
L’ ITALIA E I COLLI DI BOTTIGLIA

LA DIVARICAZIONE CON LA U.E.

Il presidente Ciampi alla fine del ‘99 ha autorevolmente indicato agli Italiani la necessità di liberare il Paese dai “colli di bottiglia” esistenti, al fine di permettere all’economia di riprendersi (“colli di bottiglia”, dall’inglese, sta per strozzature)

Poiché concordo col presidente Ciampi, ritengo utile riassumere in maniera concisa come, dall’estero, si intravede l’effetto dei “colli di bottiglia” sulla vita civile del Paese. Il fenomeno indicato nell’allegato non riguarda tutti gli Italiani, ma una percentuale comunque troppo larga di cittadini. Esso, visibile in maniera macroscopica agli Italiani che vivono in Paesi avanzati, é un segno evidente della divaricazione Italia-Unione Europea.

ALLEGATO
I PRINCIPALI COLLI DI BOTTIGLIA

Mancanza di chiarezza
“ riflessione adeguata
“ progettualità seria
“ trasparenza
“ rigore e precisione
“ organizzazione
“ promozione della serietà nel lavoro

CONSEGUENZE

a) sia le attività economiche che i servizi resi al cittadino (includendo in essi anche la definizione di leggi e regolamenti) sono spesso accompagnante da:

confusione
improvvisazione
classe dirigente selezionata non per esperienza, ma per allacci
personali (l’eccezione della U.E.)

b) a differenza degli altri Paesi della U.E., le seguenti difficoltà sono ormai estese nella vita sociale del nostro Paese, con riferimento al settore pubblico, ma anche al privato:

- per raggiungere i proprii obiettivi si aggirano le leggi, spesso arretrate o confuse, e i regolamenti, con metodi improprii
- bassa qualità dei servizi resi
- basso rendimento delle attività economiche
- incertezza sul possibile raggiungimento di obiettive economici
- incertezza sulle possibilità di supporto adeguato per le imprese
- diffusione di omertà e connivenze, con l’aggiramento della legge
- incertezza frequente sulla capacità e volontà dello stato di far rispettare i diritti del cittadino
- intrusione della criminalità e della corruzione negli organi dello stato
- molte autorità nazionali o locali e alcuni imprenditori ricercano nicchie sicure per una vita di rendita, cioé senza sfide né rischi
- il livello di guardia per i comportamenti scorretti e paurosamente basso e sembra calare sempre di più.

RISULTATI FINALI

Degradazione in gran parte del Paese di:

- certezza del diritto
- qualità della vita
- competitività in ambito U.E.
- potenzialità degli attori dell’economia
- potenzialità dell’occupazione
- emigrazione dei migliori cervelli iniziata da un pezzo (credo che cominciano a emigrare anche i Q.I. non elevati, cioe l’uomo comune). Sarebbe interessante chiedere al ministro competente l’andamento dell’emigrazione negli ultimi anni, forse accelera ? Essa non riguarda, come agli inizi del secolo scorso i manovali, ma la manodopera qualificata.

CONCLUSIONE

In poche parole: un cittadino che vive all’estero ha l’impressione che la vita sociale é bloccata. Quella economica sta cominciando a bloccarsi. Sarà il momento di aprire gli occhi ?

Antonio Greco

ANGREMA@wanadoo.fr

22/07/2003
 
RECENTI EVOLUZIONI
LETTERA DI UN EMIGRATO
Parigi, luglio 03
EVOLUZIONI DI FINE SECOLO
UN SISTEMA GRIPPATO ?

Le evoluzioni degli ultimi lustri nell’Italia sociale, passate sotto i nostri occhi troppo distrattamente.

Nella vita pubblica degli ultimi venti anni, aumento crescente (per non dire invasione) delle azioni scorrette, fuori dalle regole, talvolta dal buon senso. La scorretezza in aumento: un ottimo quadro per le azioni delittuose, anche esse in aumento. Nei piccoli e nei grossi affari.

In un mutamento rapido del quadro internazionale, dovuto all’inizio del mercato comune europeo, l’economia italiana si trova di fronte a competitori della U.E. che possono valersi di strutture portanti dello stato in genere molto efficienti. Si tratta di Paesi ove cio’ che é pubblico funziona spesso come il privato. Sicurezza, efficienza, organizzazione, affidabilità, serietà, prevedibilità, sono valori comuni nella U.E., almeno a Nord delle Alpi. Gli imprenditori del resto della U.E. non devon far fronte alle preoccupazioni o alle strozzature che sono comuni da noi. Puo’ darsi che la cosa non sia conosciuta dal grande pubblico italiano, ma gli imprenditori che importano ed esportano dovrebbero saperlo. In quasi tutti i Paesi della U.E. le società sono fiumi a corrente larga e stabile. La nostra società é invece un torrente la cui portata ha improvvisi ingorghi, ristagni, straripamenti, inondazioni. Per convincersene, fare un confronto della stampa italiana con quella di altri Paesi U.E. meno confusi.

Oltre all’aumento delle difficoltà italiane ad essere competitivi nel mercato globale, a fine secolo molto si parla di tangentopoli. Un esempio delle difficoltà: la FIAT. Esempi di tangentopoli ? Ne abbiamo a dozzine. Il quadro sommerso di omertà, complicità, criminalità, si espande, diviene spesso e possente, talvolta viene alla luce con sfrontatezza e qualche sorpresa. Infine diviene un carattere usuale, almeno in alcune regioni. Le strozzature (Ciampi dice Colli di Bottiglia) aumentano.

In un quadro internazionale di mercati sempre più complessi e cangianti, la società italiana non solo non impara, nei contatti con altri Paesi, quei valori che sono essenziali per l’efficienza e la competitività: l’organizzazione, la programmazione seria e strutturata, la precisione, la coerenza tra le azioni e i fatti, l’affidabilità di programmi e gestori delle strutture sociali. Anzi, la necessità di superare ostacoli e strozzature, dovuti ad una struttura sociale fatiscente, inaffidabile e inefficiente, spinge sempre più gli imprenditori alla conclusione: “la struttura e la istituzione che dovrebbe assistermi non risponde (é una specialità italiana). Me la cavero’ allora a modo mio, son disposto anche a compromessi per avere cio’ che mi serve o mi spetta”. Sarà costretto a incrementare il sommerso, per non dire la corruzione.

Facile la previsione: se non si fa niente per cambiare, il sistema rischia l’implosione. A causa di troppe strozzature, che sono frequenti da noi e rare o non esistenti in altri Paesi. A causa soprattutto di sistemi sociali diversi, con efficienze molto diverse.

Quando il sistema diverrà troppo degradato, per mancanza di interventi correttori, saranno in molti a chiedersi: perchè tutto o quasi tutto non va? Rispondere a tale domanda é facile e complesso allo stesso tempo. Lo puo’ fare un emigrato in un Paese avanzato.

Motivi primarii della perdita di competitività. A inizio secolo, nel mercato globale, é imprescindibile adottare valori che sono comuni in altri Paesi e che permettono una vita civile molto più semplice che in Italia. Tali valori, che esistevano in Italia, anche se non in misura sufficiente, si sono poi rarefatti, sembrano spariti dalla società di alcune regioni, a causa della nostra recente degradazione. Eccoli: l’organizzazione, la programmazione, la chiarezza della espressione orale e scritta (da preferire alle scelte intuitive), la logica, l’eguaglianza reale dei diritti dei cittadini, la selezione per merito, il realismo. E poi i valori primari che ne permettono la sopravvivenza: la serietà, la riflessione, la correttezza, la responsabilità, (vedi anche l’Allegato 1). Se avessimo tali valori, riusciremmo ad applicare completamente e pienamente la costituzione e le leggi. Per ora non possiamo arrivare a tanto.

Nello schemino Mazzi e Padrini (che inviero’ su richiesta) sono evidenziate le disastrose conseguenze della mancanza di chiarezza, di riflessione e di organizzazione, che potremmo comprendere sotto il termine “confusionismo”. Il confusionismo, che é italiano, ma non europeo, é la discriminante che distingue il sistema Italia.
Putroppo col confusionismo si puo’ sopravvivere per poco. Si rischia il disastro. Cio’ nonostante, si perde di vista il quadro disastrato e ci si ingolfa spesso nelle fatiche di Sisifo per restare a galla in settori particolari, talora nel fango. Quindi, si perde la vista d’insieme e non si fanno paragoni con altri tipi di società.

Come si é arrivati a questo degrado ? Un tentativo di spiegazione della cronaca recente é dato nei due testi dello Allegato all’altro contributo “Economia Sfiatata”. Le conseguenze ? La qualità della vita ed il nostro livello di competitività sono quello che sono.

Inserire i necessari valori, per un patto sociale che funzioni, in un contesto sociale disastrato é possibile. Cambiando lo scenario, eliminando la promozione dei comportamenti deteriori (situazione attuale) e sostituendolo con la promozione dei comportamenti europei e la vera punizione dei comportamenti scorretti (attualmente abbiamo complicità e misericordia). Il che si puo’ fare solo con decisioni ragionate, dopo riflessioni serie, spiegate e diffuse con insistenza, e adottando molta determinazione. Cioé imponendo il cambiamento dall’alto e affidandolo a persone capaci e affidabili.

Un tale mi dice: la giustizia non funziona. Un altro mi dice le autostrade nel Sud non funzionano. Caio osserva: il fisco non va. Ma nessuno dei tre si é accorto che la ruota Italia si sta grippando ! E come potrebbe essere altrimenti, visti i nostri comportamenti, ormai quasi sudamericani !

CONCLUSIONE. SE AVESSIMO “I VALORI”, LA SOCIETÀ FUNZIONEREBBE IN OGNI ANGOLO. SE LA SOCIETÀ FUNZIONASSE, SAREMMO COMPETITIVI. SE FOSSIMI COMPETITIVI, IN EUROPA CI INVIDIEREBBERO TUTTI. IN NESSUN PAESE EUROPEO, INFATTI, C’É LA NOSTRA CREATIVITÀ. MA TALE CREATIVITÀ, NELLA SOCIETÀ ATTUALE, A CHE SERVE ?

IL RISCHIO PER IL FUTURO. UNA SOCIETÀ SENZA VALORI NON É STABILE, É UNA NAVE CHE VA INCONTRO A TEMPESTE. E CHE RISCHIA PERSINO DI ANDARE A FONDO. SE LA NOSTRA SOCIETÀ AVESSE I VALORI EUROPEI, SAREBBE UNA BARCA SICURA CHE NAVIGA IN ACQUE CHETE.

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr

P.S.
LE API lavorano vorticosamente dentro l’arnia, senza avvedersi che un alluvione sta spostandola, col terreno, verso un abbisso. Similmente gli Italiani si danno tanto da fare, credendo di lavorare in un sistema normale. E non si accorgono che il terreno rischia di slittare sotto i loro piedi.

SVILUPPO. Non c’é sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società (Peyrefitte, nel “La societé de confiance”).

Dio ride degli uomini che si lamentano di eventi, le cui cause essi stessi continuano a promuovere con convinzione (Bossuet).

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Allegato 1
UNA FAVOLA (VEROSIMILE )


Successe in tempi molto lontani, nei Paesi della U.E. a Nord delle Alpi.

In Europa alcuni uomini illuminati andarono a caccia di valori. Si dice che fossero di stirpe germanica (alemani o franchi). Qualcuno invece sostiene che fossero degli anglosassoni.

Questi illuminati, dopo lungo cercare, catturarono il valore organizzazione. Incontrandola per la prima volta, le fecero dei tests (sui processi mentali e nella vita di tutti i giorni). Ne apprezzarono i risultati e pensarono di utilizzarla.

La educarono, le misero allora addosso dei bei vestiti, poi un cappello a cilindro, con su la scritta: VALORE PRIMARIO. Poi la mandarono in giro, con la raccomandazione di infilarsi e lasciar traccia in ogni angolo dei Paesi europei.

Si tratta di un valore furbo ed inoltre capace di strategia. Nei suoi lunghi giri, si presento’ dapprima ai capi e direttori, governanti e principi. Fece dei bei discorsi, fu eloquente. Spiego’come il suo uso poteva estendere benefici effetti non solo ad ogni attività ben condotta, ma anche ai processi mentali. Mostro’ l’interesse e la convenienza di chiamarla in causa il più possibile. Predisse che, se un giorno fosse stato creato il villaggio globale, la vita sociale sarebbe divenuta notevolmente complicata, creando cosi la assoluta necessità di organizzarsi.

Una caratteristica dell’organizzazione é il suo spettro molto ampio. La sue grandi capacità strategiche gli permisero di entrare in gioco prima in quei settori e livelli ove poteva avere più influenza. Poi, man mano, scese anche ai bassi livelli.

Nei Paesi ove fu meglio accolta, l’organizzazione fece un buon lavoro. Aiuto’ le culture e i cittadini a lavorare, in modo tale che i risultati di un’attività fossero il più vicini possibile alle previsioni e agli obiettivi iniziali.

Cosa successe in Italia ? Non so, ma ho cercato di informarmi. Qualcuno mi ha detto che, poiché la cultura italiana ha una larga base artistica, era impossibile rendere compatibili organizzazione e arte.
Altri pensano che, vista la diffusione dei comportamenti istintivi in Italia, l’introduzione della organizzazione avrebbe messo a rischio tali modi di fare, cosi tradizionali. Forse, in questo caso, ci sono due verità.

Un’altra versione é che l’organizzazione esiste in Italia. Si tratta di un valore furbo e, come tale, si nasconderebbe ogni volta che teme di soccombere. Si ritroverebbe quindi in anfratti, località segrete, punti ove non rischia di soccombere all’istinto o all’arte. Pare anche che abbia eliminato la scritta dal suo cappello, per non urtare i cittadini.

Ho consultato un paio di professoroni, lunga barba ed esperienza, per sapere come essa funziona. Il primo mi dice che bisognerebbe applicare l’organizzazione ai processi mentali, agli sviluppi del cervello, per avere dei ritorni in efficienza. L’altro invece mi ha detto che cio’ non é possibile, perché in caso di tipologia artistica o istintiva, il cervello andrebbe in corto circuito (nevrosi sembra). Allora egli consiglia di applicare l’organizzazione alle azioni della vita di tutti i giorni. Anche qui, due verità !

Allora ho capito che dovro’, per concludere, fare uno studio approfondito, sto già cercando la bibliografia. Qualcuno mi aiuta ?
Comunque sia, secondo uno studioso, questa situazione incerta determinerebbe nel nostro Paese grossi scostamenti tra gli obiettivi dichiarati all’inizio di alcune attività sociali e i risultati ottenuti alla fine. Non garantisco che sia vero, ma spero di saperlo presto.
Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr



20/07/2003
 
EFFICIENZE ITALIANE
Lettera dalla Europa
EFFICIENZE ITALIANE


L’Europa si allarga. Anche l’Italia ci sta dentro. Ma soprattutto per l’Italia,
l’Europa sta stretta.

Guardando fuori delle frontiere, dove ti volti, vedi qualcosa che gli altri sanno fare e noi no. O meglio, fingiamo di fare la stessa cosa, o proviamo a farla. O diciamo di volerla fare. Ma poi succede che ci fermiamo a metà strada. O che abbiamo un risultato che non é paragonabile a quello ottenuto negli altri Paesi dell’Unione, ma lo é a quello ottenibile in un Paese del Sudamerica.

Solo in Italia non si sa consegnare la posta nel giro di 4 giorni ; In altri Paesi dell’Unione sì. Solo in Italia sono occorsi tra i 30’ e i 60’ per comprare un posto sul vagone letto alla biglietteria della stazione centrale della capitale, per anni. In altri Paesi dell’Unione 10’-15’ sono sufficienti.

Nel tratto Parigi-Roma dormire in cuccetta può portare a strani confronti. Se il vagone cuccette é francese, il condizionamento sarà in funzione. Se la carrozza é italiana, una volta su quattro il viaggio (in inverno) sembra fatto in Siberia. In estate sembra fatto in Africa. La differenza : in Francia una carrozza che ha bisogno, va in manutenzione. In Italia viaggia. C’é da sorprendersi del numero di incidenti ferroviari in Italia ?

Nelle riunioni internazionali ove vengono discussi e definiti gli standards di trasmissione per le telecomunicazioni, o per i viaggi internazionali, o per la costruzione di apparecchi industriali, i rappresentanti degli altri Paesi dell’Unione Europea proteggono gli interessi delle proporie economie. I rappresentanti italiani raramente ci provano, ma in compenso fanno talvolta brutte figure, per la pallida conoscenza degli argomenti.

Le condizioni di costruzione dell’Eurotunnel (Parigi-Londra) e del passante ferroviario Milano-aeroporto sono state elencate da G.Radice sul Corriere della Sera. Eurotunnel, 50 km, il passante milanese 10.5 km. Eurotunnel 380 miliardi/km, il passante 571 miliardi/km. Eurotunnel finito in 7 anni, il passante milanese non finito in 17 anni.

C’é da chiedersi come mai l’Italia sia in Europa, non in Africa

Un cronista attento che segua sia gli avvenimenti italiani che quelli di altri Paesi più a Nord noterà accadimenti molto diversi in Italia e nel resto dell’Europa. In Italia una parte delle attività politiche consiste nelle lotte fra capi-clan o fra clans, con relativi confusione e inconvenienti. Nella U.E. questi fatti sono invece più molto rari e assorbono poche energie e risorse.

In Italia si dedica meno impegno e attenzione (e si é capaci si efficienze molto inferiori), che I Paesi a Nord delle Alpi, alle attività relative alla costruzione di infrastutture, al raggiungimento di obbiettivi sociali, che siano nazionali o locali.

Noi italiani siamo appagati dal fatto di concentrare nelle nostre mani la più alta percentuale del patrimonio artistico mondiale. Non si pensa, o non si sa, che la gestione dello stesso (eccezion fatta per gli aspetti artistici) sarebbe molto più efficace e soddisfacente se tolta dalle nostre mani ed affidata ad altri cittadini europei, provvisti di virtù da noi dimenticate, quali la responsabilità, l’impegno, la determinazione, la correttezza, il senso diffuso della giustizia, la serietà, l’organizzazione, la trasparenza e la coerenza. Se altri europei gestissero il nostro patrimonio artistico, non saprebbero farlo colle nostre competenze artistiche. In compenso saprebbero evitare sprechi, perdite, rovine per mancanza di manutenzione.


Troppo impegnati nelle lotte di clans e nella sopravvivenza in un ambiente sociale da terzo mondo, non ci chiediamo neanche se tali qualità, non più merce comune in Italia, esistono fuori dell’Italia, e se servono a qualcosa. Al cittadino tipo cio’ interessa poco.

Le conseguenze a livello macroscopico: elevata tassazione, bassa qualità e affidabilità dei servizi resi al cittadino. E l’Italiano sogna ancora che
l’ economia del Paese sia competitiva !
Ma se facessimo paragoni specifici con altri Paesi U.E. più a Nord, capiremmo meglio in che Paese viviamo !

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr


 
LETTERE DALL’EUROPA
PREMESSA. Obiettivi delle Lettere dall’Europa

1. Aiutare i lettori a capire quali sono i motivi originarii per cui l’Italia é l’unico Paese della U.E. (di quella parte della U.E. che é a Nord delle Alpi), ove:

“ la costituzione e le leggi si applicano quando capita
“ i diritti riconosciuti dai sacri testi al cittadino, si applicano in realtà solo se fa comodo
“ nessuna struttura statale (e talvolta quelle private, vedi FIAT) funziona in modo soddisfacente.

2. Per arrivare a spiegare tanto, é necessario capire:

- come si vede l'Italia dall'Europa
- quali sono le cause primarie dei suoi guai (cause sconosciute dagli Italiani, che credono di essere in un Paese normale);
- che chances ci sono per il Paese di riprendersi, anche in termini di competizione economica.

In pratica i due obiettivi suddetti necessitano esaminare il divario enorme (e in progressione) fra l’Italia e l’Europa. E capire quale é stata la degradazione italiana degli ultimi 20/25 anni.

Lettera da Parigi

LA DIVARICAZIONE ITALIA-EUROPA

QUALE E PERCHE LA DIVARICAZIONE ITALIA-EUROPA ?
QUALI LE RAGIONI PER CUI, IN AMBITO U.E., SOLO IN ITALIA ESISTE UNA ENORME FORBICE FRA I DIRITTI DEI CITTADINI FORMULATI DALLE LEGGI E LA LORO APPLICAZIONE PRATICA ?
LA TESTIMONIANZA DI CHI VIVE IN UN PAESE AVANZATO !

La degradazione del sistema Italia, lamentata dagli industriali, é in aumento. Solo dal di fuori dell’Italia si puo capire per quali ragioni il Paese continua a degradarsi ed ha speranze limitate di avvicinarsi al resto della U.E. Le persone che, con falsa sicurezza, preferiscono non riflettere sulle cause del degrado italiano non hanno interesse per il futuro dei proprii figli.


Il saggio “Francia e Italia, due Paesi europei ? Forse, un giorno.....se...”, pubblicato su Internet, presenta una testimonianza necessaria per permettere una riflessione sulla divaricazione Italia-Europa. Sulla base di paragoni fatti da chi ha viaggiato l’Europa per 30 anni e vive in Francia da 20 anni. Si tratta di un’analisi della situazione e di una proposta per portare il Paese al livello europeo.

L’allegato indica i motivi di pubblicazione del saggio, riassumibili in: “perche solo l’Italia ha tanti problemi ?”

Il sito Internet che pubblica il saggio é:
www.crescitacivile.it scegliere: “Libri on line” e trovare il saggio verso il fondo.

Vi propongo di dare un’occhiata al saggio suddetto e, nell’interesse del Paese, recensirlo. Sono pronto, su richiesta, a inviarvi almeno sei articoli sulla divaricazione Italia-Europa, parecchi dei quali sono stati pubbl/ sui siti del CdS e di Repubblica. Sarei disponibile, se invitato, a testimoniare (con microfono ed uditorio) sulle cause dei problemi italiani, focalizzate nel modo piu efficace, cioé nel quadro della divaricazione dall’Europa.

Vi saluto cordialmente. Buona lettura.
Antonio Greco
tel. +331-42.04.20.81
ANGREMA@wanadoo.fr

 

 
IL DEGRADO, PERCHE ?
Lo Specchio

In un recente articolo del Corriere, Umberto Eco cita Montesquieu, dicendo che per poter capire il nostro Paese, occorre farlo descrivere da uno straniero.

Io vado oltre, affermando che gli emigrati in Paesi avanzati dovrebbero fare da specchio al Paese. In tal modo essi darebbero agli Italiani d’Italia un’occasione per capire le ragioni di molte difficoltà e insuccessi attuali. Ed un’occasione per apprendere quello che gli emigrati in Paesi avanzati hanno già appreso all’estero.

La Situazione

Alla fine del secolo la società italiana ha subito una rapida e profonda trasformazione. La mia ricostruzione di tali evoluzioni é nello allegato “Evoluzioni”.

Nello stesso periodo le evoluzioni di molti Paesi della U.E. sono state mirate ad adattare società ed economie nazionali al nuovo scenario Comunita europea + Villaggio globale. Direi semplicisticamente che quei popoli che sanno condizionare il proprio futuro hanno riflettuto e cercato di trasformare regole e patto sociale in modo da permettere all’economia di migliorare, o almeno di non arretrare.

Il sistema Italia, com’é divenuto oggi, é sotto gli occhi di tutti. Anche della stampa europea, la quale nota cose che in Italia forse sfuggono. Infatti in Europa la soglia dei comportamenti accettabili é rimasta alta, mentre da noi essa é scesa molto giù (come succede in genere nei Paesi che sono confusi).

Ci sono molti segni che il Paese si sta ammalando, o é già malato. Un emigrato da venti anni direbbe che il Paese attraversa una crisi di “delirio confusionale” (vedere l’allegato “La Barca va”). Altri esempi di delirio confusionale si ritrovano in Paesi che hanno subito traumatici cambiamenti di regime politico. Tali società, alla ricerca di nuovi paletti e patti sociali, hanno avuto accessi di febbre, talvolta delirii. Ad esempio la Germania Est, ma anche altri Paesi che si sono scrollati di dosso la dittatura comunista.

Nel caso dell’Italia, direi che i cambiamenti della società che hanno accompagnato o determinato il delirio confusionale, indicano una cattiva ricerca di nuovi equilibri.

Parecchi attori della attuale società italiana (incluso il settore politico) hanno alcune caratteristiche che io chiamerei “non costruttive”. Si sono infatti diffuse nel nostro Paese, in alcune regioni e settori, le abitudini qui sotto indicate:
- grigiore, approssimazione, vaghezza di programmi e del comportamento di personaggi pubblici. Nel senso di indeterminazione, mancanza di chiarezza, assenza di opinioni solide o troppo rapida trasformazione delle stesse.
- rarefazione dei valori di base del patto sociale, se non in certi casi loro disparizione. Tutto, o quasi tutto é ormai permesso. Il rigore lo lasciamo ai Francesi o ai Tedeschi.
- conseguente vita sociale caratterizzata da: frequenti emergenze, difficoltà di costruire, gestire, trasformare i corpi sociali. Cio’ non deve sorprendere se nella società tutto é confuso o cambia dall’oggi al domani (flessibilità a 360°)
- frequenti alterchi o lotte fra parti avverse in politica, le quali sembrano indicare che molti politici danno priorità alle lotte di clans piuttosto che alla gestione del Paese (che dovrebbe essere il loro ruolo).
- progressiva ignoranza dell’obbligo di rispettare legge e regolamenti, anche da parte di enti e servizi pubblici. Incremento del numero di persone ed enti che ignorano la legge.

I motivi probabili per cui queste evoluzioni negative sono avvenute sono discussi nello allegato “Evoluzioni “ (per non allungare troppo questo brodo).

Quale Futuro

Ricerca di nuovi equilibri e definizioni di nuovi patti sociali non possono da noi essere condotte, se prima lo società stessa non inizia colle due fasi seguenti:
- riconoscimento della anormalità italiana nella U.E.;
- riflessione, allo scopo di identificare nuovi paletti di riferimento, in modo realistico ed efficace ( possibile farlo in un Paese per cui le regole sono formali e non sostanziali, talvolta sono da ignorare ?).

In sintesi direi che:
- lo stato confusionale del sistema Italia appesantisce molto la competitività della economia; i nuovi comportamenti non sono sempre compatibili collo sviluppo;
- non ci sono ancora i presupposti per uscire dalla confusione attuale. Per uscire dal grigiore diffuso ci vorrebbero sia le due fasi su citate che un improvviso benefico restringimento della nota flessibilità italiana. Bisognerebbe passare dalla flessibilità totale (tutto é permesso) a flessibilità limitate, nel quadro di regole chiare.

Non so se saremo capaci di tanto, visto il cammino che han fatto recentemente l’approssimazione e la faciloneria. Sono pessimista, ma spero di sbagliarmi.

Per finire, la citazione di Socrate, proposta da Adriano Sofri in un articolo: “Pensi che possa sopravvivere, e non essere sovvertita, una città in cui le sentenze pronunciate non hanno efficacia e possono essere invalidate da privati cittadini ?”.

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo

P.S. Quesiti e reazioni per alimentare la discussione faciliteranno la mia testimonianza di emigrato in un Paese avanzato.

 
COMPETITIVITA E SVILUPPO DEL SISTEMA ITALIA UNA ECONOMIA CHE ARRANCA
Copia di lettera invata a:
Ill/mo Sig. Presidente della Repubblica
Dott. Carlo Azeglio Ciampi
Preg/mo Sig.Governatore della Banca d’ Italia
Dott. Antonio Fazio
Signor Presidente della Camera
Signor Presidente del senato


Reagisco in maniera costruttiva agli auspici espressi più volte da lorSignori sulla necessità improrogabile che il sistema Italia si lanci verso lo sviluppo. Gli auspici espressi negli ultimi anni non sono ancora stati seguiti da evoluzioni positive.

Le prospettive possibili per l’economia possono esser viste molto meglio da chi vive in un Paese avanzato, fuori dal territorio nazionale. Infatti nei Paesi avanzati la società funziona in modi completamente diversi da quelli tipici del sistema Italia. Per molti emigrati é chiaro che il Paese non ha gli strumenti necessarii per avviarsi verso lo sviluppo. La mia esperienza di lavoro per trenta anni in Europa mi ha permesso una seria analisi, molte riflessioni e paragoni tra l’Italia e altri Paesi avanzati (in calce dettagli sulla mia esperienza).

IL DEGRADO RECENTE

Dall’estero appare che il Paese e la sua economia rischiano di avviarsi verso:

- la perdita di competitività delle attività economiche, per alcune delle quali qualche imprenditore, italiano o estero, potrebbe ritenere conveniente trasferirsi in altri Paesi (credo che i primi casi riguardino la Romania e la Slovenia); con ripercussioni in termini di fuoruscita di capitali e costo sociale;
- la necessità, per chi cerca lavoro in alcune regioni del Paese, di scegliere fra l’emigrazione e la sottomissione ai soliti referenti in grado di offrirgli un “posticino”. L’ emigrazione dei cervelli non é una novità;
- l’aumentato degrado dell’immagine del sistema Italia. Ci stiamo squalificando, ci stimeranno e ci ascolteranno sempre meno.

Ho il fondato convincimento che i motivi principali dell’accelerato degrado in corso siano (la lista, non esaustiva, ha scopo solo esplicativo):

- siamo scivolati nelle classifiche relative alle prospettive di sviluppo (in un anno siamo scesi dal 26/mo al 39/mo posto, secondo un quotidiano). Se non ci svegliamo, scivoleremo ulteriormente nei prossimi anni. Il motivo prevalente: il livello di competitività del sistema Italia, continuando cosi le cose, puo’ solo peggiorare. Non abbiamo gli strumenti per una svolta della società ed una rimonta dell’economia, nonostante che gli imprenditori italiani risultino, mediamente e singolarmente presi, i più creativi in Europa.
- l’inaffidabilità in aumento di persone ed enti (fenomeno, nell’ U.E., tipicamente italiano);
- la diffusione di comportamenti di tipo sudamericano, i quali stanno prendendo piede in un numero crescente di settori (in particolar modo in Italia, non nel resto della U.E.). I dettagli esplicativi sono sintetizzati nell’ allegato 1. In allegato sono anche sintetizzati i comportamenti diffusi nel resto della U.E.
- uno dei motivi primarii della degradazione degli ultimi venti anni, é l’abitudine diffusasi in alcuni settori, della selezione della classe dirigente pubblica per cooptazione e allacci personali (in U.E. invece i criterii sono l’impegno, l’esperienza, la serietà); questo metodo ha portato al potere personaggi di dubbia levatura, i quali hanno spesso imposto faciloneria, menefreghismo e complicità, ormai diffuse in gran parte del Paese;
- gli Italiani non hanno ancora imparato a gestire grossi sistemi, causa alcuni comportamenti, recentemente diffusisi; tali comportamenti sono assolutamente incompatibili con la competizione nel villaggio globale. Senza gli strumenti necessarii, potremmo solo resistere in qualche nicchia, non essere competitivi;
- la nostra maggiore colpa: visto il degrado galoppante degli ultimi lustri, non credo che abbiamo fatto una seria riflessione per:
a) identificare i motivi della perdita di competitività;
b) confrontare il sistema Italia con i sistemi dei Paesi avanzati della U.E.;
c) discutere le misure correttive per rimettere il Paese su binarii europei.
- se in un altro Paese della U.E. si verificasse un degrado sociale simile al nostro, la riflessione per identificarne i motivi sarebbe stata avviata da tempo. Noi continuiamo invece ad essere “flessibili” e ci adattiamo. Quando decideremo di fare paragoni fra le efficienze dei nostri sistemi o servizi con quelle corrispondenti di altri Paesi U.E., saremo sorpresi di scoprire molte nostre inefficienze (e forse decideremo di scoprirne le cause);
- un fenomeno legato al nostro rapido degrado é la incapacità tutta italiana (facilmente spiegabile confrontandoci colla U.E.) di applicare la Costituzione, applicare e far rispettare sempre le leggi. La qual cosa avviene invece nel resto della U.E.. Abbiamo poi una difficoltà a mettere i diritti di tutti i cittadini allo stesso livello. Il sistema Italia grippato ha oggi in certi settori due categorie di cittadini: quelli che fanno il bello e brutto tempo e quelli che si aggrappano ad un referente per farsi sistemare. L’Allegato 3 é esplicativo della eccezione italiana nella U.E.
- nel resto della U.E. (eccetto Spagna e Grecia che non conosco abbastanza) non c’é un divario fra i diritti consegnati dai sacri testi e la loro applicazione pratica. Da noi il divario é rilevante, complici i nostri comportamenti. E di questo gli emigrati in Paesi avanzati sono molto delusi. Per eliminare tale divario é imperativo scoprirne le cause.
- altro motivo di base del degrado crescente: l’incapacità crescente di educatori e genitori di oggi, di educare i cittadini alla: responsabilità, impegno, rigore, chiarezza, logica, dovere, serietà, correttezza e senso sociale. Detti valori, che sono la base del patto sociale nelle società avanzate, sono fuori moda nel sistema Italia. Non credo si possa dire che in Italia é applicato un patto sociale che funzioni. L’abbassamento vertiginoso dei livelli di soglia dei comportamenti accettabili ha prodotto effetti devastanti. La società italiana sembra abbia preso l’abitudine di vivere alla giornata.

Gli effetti e il livello del degrado del sistema sociale sono evidenziati nell’allegato. Gli esempi in esso indicati, come altri casi consimili , sono sicuramente riconducibili ai comportamenti, appresi a scuola e nella società, elencati nello allegato “I colli di bottiglia”.

In una classifica della corruzione internazionale pubblicata dal Corriere della Sera qualche anno fa, il livello di corruzione degli uomini d’affari italiani é stato giudicato al 34/mo posto, peggio della Spagna (32/ma) e della Turchia (33/ma). L’Argentina é al 35/mo posto. La società italiana infatti lascia vivere la corruzione mentre altri Paesi U.E. la scoraggiano efficacemente. Gli sforzi fatti da Confindustria e governo per portare avanti riforme di struttura non potranno produrre miglioramenti di competitività rilevanti per i nostri imprenditori, viste le recenti perdite di efficienze. Serviranno pero’ a controbilanciare in parte il degrado galoppante di alcuni settori della società.

RICHIAMO STORICO

Nelle occasioni sotto indicate due popoli hanno, per la volontà di re o premiers, corretto le deviazioni diffuse dei proprii cittadini.
- U.K. Alcuni secoli fa i vascelli inglesi erano temuti in tutti i Paesi marittimi. Gli Inglesi erano violenti e attaccabrighe. Il governo dell’epoca effettuo’ una campagna di correzione determinata e profonda, basata sulla punizione sistematica dei violenti e sulla promozione della correttezza. I risultati furono notevoli.
- U.K. Alcuni anni fa la Tatcher, con prediche frequenti, riusci a risvegliare i flemmatici Inglesi, abituati a far lavorare i colonizzati. Li tramuto’ in europei svegli e rapidi, ormai preparati a far ripartire l’economia di un Paese che non aveva più un impero.
- Regno di Danimarca e Scandinavia. Il re decise secoli fa di correggere la violenza diffusa degli scandinavi con provvedimenti fortemente punitivi. Gli scandinavi sono oggi i più corretti e i meglio educati tra gli europei !

COSA POTREMMO FARE

Se volessimo veramente far partire la nostra economia (e quindi aumentare le nostre efficienze), avremmo bisogno anche noi di fare le nostre correzioni, urgentissime. Naturalmente dopo una seria riflessione (all’inizio riservata ?), fatta con determinazione e chiarezza, di livello europeo. Alla quale il sottoscritto offre la sua esperienza in merito (un saggio, un forum e decine di articoli su Internet, che mostrano l’Italia vista dall’Europa).

L’ incisività di questa lettera di allarme sulla economia non permette una spiegazione dettagliata del processo di degrado del sistema Italia degli ultimi venti anni. L’analisi approfondita che ne ho fatto mi permette pero’ di offrire a lorSignori (o persone di loro fiducia) una presentazione delle cause determinanti l’impasse in cui rischiamo di trovarci a breve termine.

Son sicuro che il sistema Italia possa scegliere fra due possibilità:

- attiviamo le riflessioni necessarie per individuare le misure, fin qui trascurate, in grado di fare evolvere un sistema semibloccato in sistema positivo (sono positivi, cioé non bloccano ma supportano l’economia, i sistemi di molti Paesi della U.E.). Poi assicuriamo le leve, le alleanze e le promozioni necessarie ad applicare le misure urgenti. Cio’ implica coraggio e determinazione, abbastanza rari nella rassegnata Italia di oggi. Il trend cambierà, dopo un anno si vedrebbero i primi risultati sull’economia. Negli anni successivi gli impatti sulla competitività saranno forti e positivi;
- non osare iniziative, per cambiare tutto cio’ che é urgente cambiare. Restare cioé colla attuale rassegnazione balcanica a cio’ che non va. Il sistema Italia si allontanerà ancor più dall’Europa. Gli imprenditori vedranno aumentare le proprie difficoltà, il numero dei tonfi “tipo FIAT” rischia di aumentare. Rischiamo, in un decennio, di divenire l’Argentina della U.E.

La mia testimonianza (e quella di altri emigrati in Paesi avanzati) é necessaria per innescare una riflessione che ritengo urgente (inizialmente conducibile da una istituzione indipendente ?), la quale ci permetterebbe di capire in cosa siamo lontani dai Paesi capaci di sviluppo, cosa ci é necessario per essere competitivi. Dopo tale riflessione sarà possibile discutere un programma di europeizzazione del Paese. Una bozza di programma é già inclusa in un saggio che ho pubblicato su Internet.


Nell’esprimere ancora la disponibilità della mia esperienza, invio rispettosi ossequi.

Antonio Greco
(ex funzionario europeo, ingegnere, consulente)
ANGREMA@wanadoo.fr
Tel. +331-42.04.20.81

La mia esperienza in ambito UIT (mondiale) e CEPT (europeo).

Dal ’68 all’82, come rappresentante di una società STET, una riunione internazionale ogni due mesi ed un negoziato bilaterale ogni sei mesi.
Dalll’82 fino al 2001, come rappresentante di un organismo europeo, circa due riunioni internazionali ed un negoziato bilaterale al mese.

Allegati: Riflessioni sulla Italia sociale
Bibliografia
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P.S.
LE API lavorano vorticosamente dentro l’arnia, senza avvedersi che un alluvione sta spostandola, col terreno, verso un abbisso. Similmente gli Italiani si danno tanto da fare, credendo di lavorare in un sistema normale. E non si accorgono che slitta il terreno sotto i loro piedi.

SVILUPPO. Non c’é sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società (Peyrefitte, nel “La societé de confiance”).

Dio ride degli uomini che si lamentano di eventi, le cui cause essi stessi continuano a promuovere con convinzione (Bossuet).

 
SAGGIO ATTUALISSIMO
1. LA DIVARICAZIONE ITALIA-EUROPA

QUALE E PERCHE LA DIVARICAZIONE ITALIA-EUROPA ?
QUALI LE RAGIONI PER CUI, IN AMBITO U.E., SOLO IN ITALIA ESISTE UNA ENORME FORBICE FRA I DIRITTI DEI CITTADINI FORMULATI DALLE LEGGI E LA LORO APPLICAZIONE PRATICA ?
LA TESTIMONIANZA DI CHI VIVE IN UN PAESE AVANZATO !

La degradazione del sistema Italia, lamentata dagli industriali, é in aumento. Abbiamo le difficoltà della FIAT; ma rischiamo di averne altre.

Solo dal di fuori dell’Italia si puo capire per quali ragioni il Paese continua a degradarsi ed ha speranze limitate di avvicinarsi al resto della U.E. Le persone che, con falsa sicurezza, preferiscono non riflettere sulle cause del degrado italiano non hanno interesse per il futuro dei proprii figli.

Il saggio “Francia e Italia, due Paesi europei ? Forse, un giorno.....se...”, pubblicato (in parte) da tempo su Internet, presenta una testimonianza necessaria per stimolare una riflessione sulla divaricazione Italia-Europa. Sulla base di paragoni fatti da chi ha viaggiato l’Europa per 30 anni e vive in Francia da 20 anni. Si tratta di un’analisi della situazione e di una proposta per portare il Paese al livello europeo.

L’allegato indica i motivi di pubblicazione del saggio, riassumibili in: “perche solo l’Italia ha tanti problemi ?”

Il sito Internet che pubblica, parzialmente, il saggio é:
www.crescitacivile.it scegliere: “Libri on line” e trovare il saggio verso il fondo.

Buona lettura.

Antonio Greco
tel. +331-42.04.20.81
ANGREMA@wanadoo.fr

P.S. Questo saggio cerca un editore cartaceo.
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2. SOMMARIO

FRANCIA E ITALIA? DUE PAESI EUROPEI ?
FORSE .........UN GIORNO, SE .......


L'autore, un italiano che vive a Parigi dal 1982, ha girato l'Europa in lungo e in largo per 30 anni, per motivi professionali. Da ingegnere e negoziatore, ha lavorato gomito a gomito con francesi, tedeschi, scandinavi, americani, etc.

Nel corso degli anni constatò che i diversi comportamenti si riflettevano negli incontri professionali. Gli era parso perciò interessante esaminarne l'impatto sull'efficacia nel lavoro. Col tempo due convinzioni gli sono apparse chiare :

- l'Italia rischia di trasformarsi in un Paese "in via di sottosviluppo", anziché imporsi nell'agone europeo per la sua creatività, se i suoi cittadini non abbandonano certi comportamenti levantini;
- l'economia francese potrebbe sensibilmente aumentare le esportazioni dei prodotti della sua industria, la quale si giova di un innegabile savoir faire scentifico e industriale, se sviluppasse la creatività e la flessiblità, qualità tanto comuni in Italia, e abbandonasse certe abitudini diffuse, ormai superate alla fine del millennio.

Nel cursus scolastico dei suoi figli egli ha potuto osservare con attenzione il sistema scolastico francese. Ciò gli ha permesso di individuare i legami fra la didattica francese, che é praticamente fuori dall'Europa, certi comportamenti desueti diffusi nel Paese e le limitate capacità transalpine in campo commerciale. Tali lacune si riflettono negativamente in un contesto di competizione economico europeo e mondiale.

L'Europa unita ha cominciato il suo percorso verso i mercati mondiali, portandosi dietro grossi punti interrogativi :
- come conciliare il cervello di un francese con il cuore di un italiano ?
- sarà sempre difficile inseguire l'economia tedesca o ci saranno altre
locomotive in Europa ? Se sì, quali ?
- chi riuscirà ad acquisire, come gli anglosassoni, una visione sempre
distaccata e pragmatica e le loro capacità di strategia ?

L'economista tedesco Ralf Dahrendorf scrive in un recente articolo sull'Unione Europea : "E da Londra, quasi esclusivamente, che soffierà il vento innovatore che animerà l'Europa". Lo stesso Dahrendorf pone l'accento sul fatto che a Bruxelles "gli Eurocrati passano la maggior parte del tempo a discutere argomenti di interesse limitato. Essi si chiedono se sia meglio occuparsi della dimensione delle reti per la pesca, più che dibattere di questioni sociali e politiche (ad es. disoccupazione ed esclusione sociale, politica estera, immigrazione, competitività, etc?)"

I Paesi gestiti da governi forti e stabili, come la Francia caratterizzata da un potere centralizzato, vedono il ridimensionamento dei loro poteri sull'economia. Devono dunque sperare che quest'ultima sia solida e manifesti capacità d'iniziativa e flessiblità adeguate, in modo da reagire agli imperativi dei mercati.

L'autore esamina i motivi per cui :

- l'Italia é l'unico fra i Paesi industriali dell'Unione Europea ove esiste una spaventosa divaricazione fra i diritti dei cittadini esistenti sulla carta e la loro applicazione pratica ;
- in molti campi (specialmente il pubblico) l'Italia é indietro agli altri Paesi dell'Unione ; ad esempio in altri Paesi le autotità definiscono per tempo le strategie, pianificano e realizzano gli interventi strutturali in modo organico, mentre in Italia ci si limita a reagire alla giornata ai problemi del giorno, spesso troppo tardi per risolverli o condizionarne gli sviluppi ;
la diffusione dell'échec scolastico e la violenza manifestata dagli alunni (di livello anormalmente elevato in Francia) sono legati alla pedagogia francese, frustrante e poco efficace ;
l'attidudine francese a organizzare in modo efficace piccole e grosse strutture é, al contrario, una qualità rara in Italia, dove l'importanza dell'organizzazione é troppo spesso ignorata (gli industriali italiani sono noti all'estero per essere incapaci di rispettare i tempi liberamente concordati !).

Il saggio chiude l'analisi sugli aspetti di cultura e comportamento che hanno un impatto sull'economia, con delle valutazioni che mirano :

a suggerire agli Italiani di rendere più europei i loro comportamenti sociali, allo scopo di evitare all'Italia un futuro di sottosviluppo e per portare la vita amministrativa e politica nazionale agli stessi livelli già raggiunti negli altri Paesi dell'Unione Europea.
a sollecitare i Francesi ad adattare il loro sistema educativo ai bisogni di oggi, a ridurre i fallimenti scolastici e migliorare la competitività di coloro che saranno i quadri di domani ;

Una lettura attenta di quest'analisi comparativa mostrerà in filigrana tutto l'interesse e i vantaggi di una collaborazione tra Francesi e Italiani. E necessario, per ciò fare, una riflessione seria, senza scappatoie e con una reale volontà di progresso, sulle caratteristiche culturali e sociali di ciascuno dei due Paesi. Essa é impostata e discusa dall'autore. Una possibile collaborazione italo-francese sarà la strada migliore e più sicura che permetterà ai due Paesi di conquistarsi un posto di primo piano nel corso dell'avventura delle economie europee.

Questa prospettiva di sinergie franco-italiane non é utopica in quanto :

- permetterebbe agli italiani di usare come modello l'efficacia francese in materia di gestione pubblica e servizi statali ;
- permetterebbe ai francesi di arrivare, con la modifica dei metodi di insegnamento, ad essere, anche loro, flessibili e creativi.


Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr

3. L’ITALIA, PAESE IN CERCA DI SVILUPPO
Di Antonio GRECO e Giovanni GIACCHI
MOTIVAZIONI PER UN SAGGIO

PERCHE IL SISTEMA ITALIA HA TANTE STROZZATURE E NON PERMETTE IL DECOLLO ECONOMICO ?
QUALI LE RAGIONI PER CUI, IN AMBITO U.E., SOLO IN ITALIA ESISTE UNA ENORME FORBICE FRA I DIRITTI DEI CITTADINI FORMULATI DALLE LEGGI E LA LORO REALIZZAZIONE PRATICA ?
LA TESTIMONIANZA DI CHI VIVE IN UN PAESE AVANZATO !

Ecco gli INTERROGATIVI chiave sul sistema Italia di inizio secolo :

- Perché l’Italia é l’unico fra i Paesi della U.E. ove :

^ il cittadino ha una probabilità molto bassa che lo Stato risponda alle sue
esigenze, in modo tale da mettere in pratica i diritti di cui gode sulla carta?
^ l’orario dei treni é oggetto di scommessa ?

- Quali sono i motivi per cui l'Italia è l'unico tra i Paesi della U.E. ad avere un'altissima percentuale di evasori e di sperequazione fiscale?

- Perchè mentre in Germania, Olanda e Francia il cittadino puo’ facilmente avere risposta veloce alle sue necessità amministrative, anche per corrispondenza; in Italia invece le reazioni degli enti responsabili sono lente o nulle, spesso insoddisfacenti, per cui é consigliabile l’intervento di un una “conoscenza” o di un’agenzia perché il cittadino abbia cio’ che gli spetta ?

- Quali i motivi per cui, mentre negli altri Paesi dell'Unione un problema di interesse nazionale può essere affrontato, discusso e risolto in Parlamento nel giro di pochi mesi, in Italia troppo spesso si discute a lungo senza arrivare a soluzione, anzi spesso si accantona il problema ? Perchè in Italia molte proposte di legge al parlamento sono accantonate senza discussione e senza una chiara risposta positiva o negativa?

- Per quali motivi l'Italia esporta negli altri Paesi dell'Unione un gran numero di malati più o meno gravi e non è capace di inventare un'assistenza sanitaria nazionale al livello di quella tedesca o francese ?

- Perchè gli altri Paesi della U.E. che si trovano a Nord delle Alpi studiano, analizzano e definiscono per tempo le strategie nei campi ritenuti di interese primario, mentre in Italia spesso i governi si limitano a reagire alla giornata ai problemi che via via si presentano, in genere troppo tardi per condizionarne gli sviluppi?
- Perché gli Italiani hanno difficoltà a gestire le discussioni in larghi gruppi e ad organizzare grossi e medii sistemi, colla stessa efficacia degli altri cittadini della U.E. ?
- I servizi geologici nazionali non sono stati capaci di portare a termine in 110 (centodieci) anni la carta geologica del territorio nazionale. Eppure l'Italia é il terzo Paese nella classifica di quelli esposti a rischio di catastrofi naturali. Quali i motivi di tutto cio’ ?

- Per quali motivi :
● all’inizio del secolo esiste spesso nella vita sociale italiana tanta incertezza, che rende difficile e la vita del cittadino e la definizione di programmi ?
● perché gli Italiani, che hanno qualche difficoltà nella competizione globale, non hanno ancora adottato come critero generale ed esteso il culto del merito e della responsabilità personale ?
• gli Italiani qualificati che emigrano sono stimati nei Paesi ove lavorano, hanno successo, mentre gli Italiani che giocano in casa per avere un successo personale hanno spesso bisogno di un referente? perché essi lavorano a un livello troppo basso nei servizi e strutture pubbliche ?
• i rappresentanti governativi italiani sono raramente ascoltati o consultati in
questioni di interesse europeo o mondiale?
• in Germania, in Francia ed in altri Paesi europei le leggi e i regolamenti sono
chiari, ove invece in Italia troppo spesso occorre discuterne l’interpretazione o consultare un esperto ?
● nei programmi dei governi italiani ci sono spesso rilevanti scostamenti fra gli obiettivi strombazzati e i risultati ottenuti ?
- I Romani furono maestri del diritto; ma l'Italia é forse il solo Paese dell’Unione ove la % dei delitti puniti é spaventosamente bassa, nonostante che la nostra polizia sia notevolmente stimata a livello europeo. Per quali motivi la dicotomia ?

- Perché l’Italia é l’unico dei Paesi dell’Unione ove esiste una spaventosa divaricazione fra i diritti esistenti sulla carta e la loro realizzazione pratica ?

- Per allontare dal futuro italiano lo spettro di divenire un Paese del terzo mondo é meglio una buona riforma di ingegneria istituzionale o una seria e diffusa presa di coscienza nazionale e successivi, anche se difficili, cambiamenti ? Gli illusi credono che la prima soluzione sia sufficiente. Nell'ipotesi che la seconda opzione sia migliore, da chi essa andrebbe gestita per essere efficace?

- Perchè un giovane francese sarà probabilmente un potenziale ottimo direttore di una banca o di una catena di ipermercati, e non un italiano?
- Perchè un un giovane italiano sarà probabilmente un futuro ottimo direttore commerciale alle esportazioni o un imprenditore capace di inventare nuove attività industriali ? Perché non un francese?
- Perché i treni tedeschi, francesi, olandesi sono sempre in orario ed hanno un tasso di incidenti bassissimo ? e non quelli italiani ?
- Perché la omertà e la criminalità sono diffuse in tutte le strutture pubbliche italiane, e non in quelle tedesche o inglesi ?
- Perché le ottime potenzialità scientifiche e organizzative esistenti in Francia non possono essere usate appieno, nella competizione del villaggio globale ? Come gli Italiani potrebbero aiutare i Francesi ?

Cercate le risposte a tali domande “sociali” ? Teniamo conto che solo dal di fuori dell’Italia si puo capire per quali ragioni il Paese continua a degradarsi ed ha speranze limitate di avvicinarsi al resto della U.E. Le persone che, con falsa sicurezza, preferiscono non riflettere sulle cause del degrado italiano non hanno interesse per il futuro dei proprii figli.

Il saggio “Francia e Italia, due Paesi europei ? Forse, un giorno.....se...”, pubblicato su Internet, presenta una testimonianza necessaria per permettere una riflessione sulla divaricazione fra Italia e Europa, che appare in aumento. Sulla base di paragoni fatti da chi ha viaggiato l’Europa per 30 anni e vive in Francia da 20 anni. Si tratta di un’analisi cruda della situazione e di una proposta per portare il Paese al livello europeo.



Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr


4. INTRODUZIONE

Come é sistemata la Francia nell’Unione Europea ? E l’Italia se la cava ?
Questo saggio cerca di trovare le giuste risposte, in base alle esperienze fatte da chi, per trent’anni, ha lavorato e viaggiato in Europa.

Le osservazioni e i paragoni fatti nei varii Paesi europei erano all’inizio esperienze inconsce, di chi accetta la differenze in Paesi diversi e non si chiede da dove esse vengono e a cosa esse portano. Finché non sono accaduti, davanti agli occhi dell’autore, alcuni fatti particolari che hanno attirato la sua attenzione per le differenze che mettevano in luce.

Prendere il “treno più auto” varie volte sul percorso Milano-Parigi. Dormire in vagone letto, dopo una cena semplice al self-service su rotaia. Svegliarsi nella campagna francese, pulita, ordinata, ma senza anima. Scendere dal treno a Parigi e seguire i cartelli per la caffetteria. Le ragazze dell'accueil, bionde e in grembiulino rosa, indicano il settore ove le tavole sono pronte e il caffé é fumante. Con croissants.

Tutti i passeggeri sono rifocillati velocemente, mente una voce suadente li avverte che, dopo la colazione, ci si sposta in terrazza, ove ad ognuno sarà servita, sbarcata dal treno, la propria auto, come se fosse un secondo croissant.

Lo stesso viaggio, treno più auto, in senso inverso. In arrivo a Milano la mattina, i passeggeri sbarcati dal treno cercano le indicazioni, inesistenti o ben nascoste, per sapere dove farsi servire il caffé, promesso dal tagliandino ricevuto in treno. Si trova infine il bar, in cima ad una scala stretta, troppo stretta per tutta la massa dei passeggeri di un treno internazionale. Chi é stato già servito é costretto a scendere per la stessa scala, sgomitando fra chi in senso inverso, cerca di salire nonostante la calca. La quale é ferma a lungo. Il caffé é lento, misero, servito da una sola persona per un intero treno.

Dopo la prima stazione dolorosa si ritorna al treno. Si aspetta, si osserva cosa succede. Un viaggiatore italiano, ben abituato all’organizzazione francese, mal sopporta che nessuna macchina venga sbarcata. Un ferroviere é fermo all’attracco del treno e guarda, pensoso, la folla degli automobilisti fiduciosi. Dopo venti minuti di osservazione muta, l’automobilista italiano chiede al ferroviere perché sta a braccia conserte, perché nessuno sbarca le auto. La risposta non é piacevole: l’addetto allo scarico non é venuto e l’aiuto addetto non puo’ far niente perché non é autorizzato allo scarico...........L’automobilista, dopo solo un’ora, é già stanco di stare in Italia.

Il tentativo di alcuni viaggiatori di scaricare la propria auto viene fermato dal ferroviere, il quale fa un bel discorso sulle responsabilità in caso di falsa manovra. Si chiede l’intervento del poliziotto di guardia perché svegli chi dorme o chiami il capo-stazione. Ma............l’Italia non é la Francia. Il resto si puo’ immaginare.

Una delle periodiche conferenze mondiali presso l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, a fianco del palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra. Ogni
Paese ha i proprii interessi da seguire, le proprie proposte da fare nell’interesse dei proprii servizi e per la definizione degli standards di trasmissione dei collegamenti internazioanli. Molti delegati si conoscono da tempo, anche se vengono da continenti diversi. Ci sono talvolta discussioni difficili, lunghe anche dieci giorni, se su un argomento c’é divergenza di interessi o di interpretazioni.

Alcune delegazioni, anche se numerose, ascoltano e intervengono di rado, vedi l’Italia e qualche Paese sudamericano. Altre delegazioni sono sempre coinvolte in discussioni e proposte, come quella nordamericana e numerose europee. C’é anche una delegazione europea che ha un comportamento tutto particolare: quella francese. Nonostante la serietà della preparazione, é talvolta in difficoltà a convincere la conferenza delle proprie proposte. A causa di una serie di atteggiamenti particolari.

I delegati francesi sono sempre chiari, pronti a precisare tutti i dettagli con pignoleria, ma raramente eloquenti. Qualche volta non convincono per l’arroganza di chi dà troppe lezioni. Stranamente, un delegato puo’ prendere una posizione opposta a quella presa dal proprio collega, che é seduto al suo fianco, il giorno precedente. Un’altra loro particolarità é quella di non percepire il feeling dell’assemblea e di avere difficoltà a intendersi cogli altri. C’é da chiedersi perché.

L’osservazione di eventi di questo e altro tipo ha risvegliato l’attenzione e la curiosità dell’autore, il quale ha indagato, riflettuto, discusso e cercato gli elementi necessarii a capire parecchi aspetti delle vita francese e italiana. Fra i quali:
- l’origine e il perché di certi comportamenti;
- quale é l’impatto degli stessi sulle attività economiche;
- le ragioni per cui i cittadini francesi non hanno sempre una comunicazine facile;
- le ragioni per cui gli Italiani sono apprezzati o disprezzati, secondo le circostanze.

Questo saggio non elenca le qualità positive dei Francesi e degli Italiani, esse sono ben note, ma concentra l’attenzione sugli aspetti che squalificano gli uni e gli altri, nel quadro della competizione europea. Allo scopo di dare un contributo positivo alla vita sociale e alle economie dei due Paesi. L’osservarsi in uno specchio e scoprire le prime rughe non é piacevole. Ma necessario, se si vuole, con una cura di bellezza, evitare che ne appaiano altre.

5. SCHEDA DESCRITTIVA

TITOLO DEL SAGGIO

La Francia e l’Italia, due Paesi europei ? Forse, ..... un giorno, se......

OBIETTIVO DEL SAGGIO

Fornire agli imprenditori italiani e francesi nuovi elementi di giudizio per un esame del proprio Paese, in un quadro europeo.

DESTINATARI DEL SAGGIO

Gli imprenditori
Le Amministrazioni Pubbliche
I responsabili dell’Istruzione
I quadri commerciali
I cittadini che vorrebbero portare l’Italia a livello europeo avanzato

STATO DEL SAGGIO

Il saggio é in italiano. Il sito Internet che pubblica (ma non interamente) il saggio da due anni, é:
www.crescitacivile.it scegliere: “Libri on line” e trovare il saggio verso il fondo.
Esiste una traduzione in francese, ma non della ultima versione.
Una volta concordata la pubblicazione, sarà necessario qualche aggiornamento del saggio. Esso potrà prendere tre settimane (da distribuire su tre mesi, per via di altri impegni).
E annessa all’opera un’intervista a De Rita, direttore del CENSIS.

GLI AUTORI

Antonio GRECO, ingegnere e negoziatore internazionale dal 1970. Ha lavorato dapprima in Italia, viaggiando molto in Europa. Dal ’82 ha continuato la professione in un ente europeo di Parigi ed ha continauato a percorrere l’Europa in lungo e in largo. I suoi frequenti spostamenti gli hanno dato l’occasione di osservare i diversi comportamenti e le diverse efficienze nel lavoro nei varii Paesi, nel campo delle telecomunicazini avanzate.

Giovanni GIACCHI ha osservato e commentato gli avvenimenti italiani ed europei in qualità di giornalista, nel corso di più di un decennio. E corrispondente da Londra.




6. E LA BARCA ITALIA VA, MA FA ACQUA, ACQUA DA TUTTE LE PARTI
(Giustificativo del saggio)

L`aria, in Italia, é pesante. Per rendersene conto, stare un anno fuori e poi tornare. Allora si respira pesante, si cammina su terreno fangoso.

E fangosa quella terra ove diventa complessa, difficile, un`azione che nel resto dell’Europa é ovvia, immediata, senza storia. In Italia invece essa puo avere una storia negativa, puo’ effettuarsi solo in tempi lunghi, o con estrema difficoltà, o con l`intervento di un padrino.

E pesante l`aria di quel Paese ove persino persone dotate di qualità eccelse stentano a emergere, a portare a termine le proprie iniziative. Ove invece le stesse persone, andando in un altro Paese europeo, di latitudine poco piu alta, emergono senza problemi, hanno successo.

In gennaio ‘98 il procuratore generale segnala che la giustizia italiana non é proprio a livelli europei. Il direttore delle F.S. ha detto poco prima qualcosa di simile delle ferrovie. In luglio ’99 il magistrato capo del pool Mani Pulite denunzia il rischio che una buona metà delle inchieste su tangentopoli cada in prescrizione, in quanto ….”la giustizia non funziona. E spiacevole, aggiunge, poiché sarebbe un segno di impunità”.. Altri responsabili di grosse strutture pubbliche italiane, nel fare paragoni cogli altri Paesi dell’Unione, potrebbero arrivare a conclusioni fallimentari di simile tipo. Non sarebbe sorprendente.

E la barca Italia va, continua a navigare, ma fa acqua da tutte le parti.

Le ultime eclatanti notizie confermano quello che sapevamo: il Paese non funziona. Se uno degli uomini chiave del vecchio centrosinistra si rifugio’ in Tunisia per sfuggire alla giustizia, se un ex-premier é stato indagato per complicità con la mafia, allora non si possono aver dubbi: il sistema Italia ha i piedi d’argilla e rischia il sottosviluppo.

Guardando fuori dalle frontiere, dove ti volti, vedi qualcosa che gli altri sanno fare, e noi no. O meglio, fingiamo di fare la stessa cosa, o proviamo a farla. O diciamo di volerla fare. Ma poi succede che ci fermiamo a metà strada. O che abbiamo un risultato che non é paragonabile a quello ottenuto negli altri Paesi dell’Unione, ma lo é a quello ottenibile in un Paese del Nord-Africa.

I media hanno parlato recentemente di due fra i tanti ospedali in sofferenza. Sigilli al Policlinico di Roma nel ’97, a seguito di un’infezione diffusa. Inoltre le notizie di luglio ’99 dallo stesso ospedale dicono: perquisite dai carabinieri le sale operatorie. Immodizia, ferri arrugginiti, provette sporche. Undici bimbi infettati da un piccolo germe, il quale si é preso il compito (due volte in 24 mesi, o forse erano due germi diversi ?) di mostrare a tutti che il grosso ospedale universitario é sporco e mal gestito. Cosa che chi lavora in esso sa da anni, ma finge di non sapere, per non essere danneggiato da un sistema mafioso che gestisce personale e risorse in base ai proprii interessi.

IL Caldarelli, cuore dolente della sanità partenopea, non va meglio. Per cui la marcia della salute, organizzata da un partito, si chiude davanti ai suoi cancelli. Bindi, ministro della Sanità, dichiara: “…Il problema é comune alle grandi strutture. Al Caldarelli mancano le camere sterili, a Firenze chiudono le sale operatorie del Careggi, a Pesaro muoiono dieci persone. Realtà diverse, accomunate da un’emergenza.” Solo dieci mesi prima lo stesso ministro, con faccia tosta (o per ignoranza ?), aveva sostenuto nel talk-show “Porta a porta” che la Sanità italiana é al livello di quella degli altri Paesi sviluppati d’Europa !…… Ma la serietà dei politici italiani é ormai conosciuta in Europa !

Nel tratto Parigi-Roma dormire in cuccetta puo’ portare a strani confronti. Se il vagone cuccette é francese, il condizionamento é in funzione. Se la carrozza é italiana, una volta su cinque il viaggio (in inverno) sembra fatto in Siberia. In estate sembra fatto in Africa. La differenza: in Francia una carrozza che ne ha bisogno, va in manutenzione. In Italia viaggia. C’é da soprendersi del numero di incindenti ferroviari in Italia ?

Le condizioni di costruzione dell’Eurotunnel (Parigi-Londra) e del passante ferroviario Milano-aeroporto sono state elencate da Radice sul Corriere della Sera. Eurotunnel, 50 km, il passante milanese 10.5 km. Eurotunnel, 380 miliardi/km, il passante 571 miliardi/km. Eurotunnel finito in 7 anni, il passante milanese non finito in 17 anni.

Da La Repubblica (27-1-99), contenente un articolo intitolato Bassa Velocità : « Sui lavori lungo la direttrice Milano-Napoli emerge una realtà sconcertante : uno spaccato di una commedia dell’assurdo, un’inestricabile matassa di contraddizioni ed errori della quale sarà impossibile venire a capo. Cominciando dall’elemento macroscpico dei ritardi e dei rinvii …..tra un progetto bocciato e un cantiere contestato, la data di apertura dell’intera tratta é fissata al 2006. E un gap incolmabile rispetto agli standards degli altri Paesi Europei. »
« L’altro intoppo riguarda invece Napoli. La stazione terminale dei convogli ad alta velocità non sarà quella di Napoli, ma un apposito scalo ad Afragola. Un interscambio, ove i passeggeri dovranno cambiare treno per arrivare a destinazione. » Un modo come un’altro per vanificar’e il riparmio di tempo conseguito ! L’articolo conclude : « Poca Europa in tutto questo».

Panorama,nel novembre 99, tenta di ripôndere alla domanda: “Di chi la colpa del caos dei trasporti ?”con qualche rilevamento. “I tempi medi di realizzazione delle grandi infrastutture restano dalle tre alle cinque volte superiori a quelli europei. Per la direttissima ferroviaria Roma-Firenze ci sono voluti più di 30 anni. Qualsiasi persona di buon senso sa che , per liberare le strade, le merci dovrebbero viaggiarre in mare e su treno. Ma la % di merci trasportatat sui vagoni F.S. rimane inferiore al 15%.”
Le Ferrovie dello Stato hanno ammesso (lettera al Corriere del 1-11-99): “Il quadruplicamento degli assi Nord-Sud e Est-Ovest e il potenziamento dei nodi fondamentali, partiti 20 anni fa, subiscono ritardi a causa delle interrminabili procedure amministrative.”

L’indagine ISTAT sulle università (Il Corriere, 5-11-99) mette in rilievio l’alto tasso di insuccesso che non ha eguali negli altri Paesi evoluti: solo il 40 % degli iscritti raggiunge il traguardo della laurea. Inoltre, nel ’98, l’esercito dei fuori corso nelle università supera l’88 % del totale iscritti.

C’é da chiedersi come mai l’Italia sia in Europa e non in Africa !

Le Poste Italiane hanno da decenni il primato europeo per la lentezza della consegna, per la lunghezza delle code agli sportelli e per l’inaffidabilità dei servizi. Nel luglio ’99 la proposta del ministro Piazza per l’abolizione della coda agli sportelli: un coacervo di buone intenzioni, indice del livello della maturità civile italiana. In un’altro Paese il problema dalla coda si sarebbe risolto senza impegnare il parlamento, in modo più semplice: rilevamento delle cause del problema e realizzazione pratica dei correttivi necessarii ad eliminarlo. In Italia si propone una legge. La commedia dell’arte é italiana !

Sergio Bocca afferma : « Ferrovie e crimininalità. Non passa giorno o settimana senza morti o ammazzati dalla malavita organizzata o senza treni che deragliano e locomotive che s’incendiano….. Al ministro dell’interno va bene che esista una non piccola provincia italiana, la Aspromontana, in cui lo stato in cento anni non ha mai trovato uno dei sequestrati della ‘ndrangheta. ».

Nelle riunioni internazionali ove vengono discussi e definiti gli standards di trasmissione per le telecomunicazioni, o dei collegamenti internazionali, o per la costruzione di apparecchi industriali, i rappresentanti degli altri Paesi dell’Unione Europea proteggono gli interessi delle proporie economie. I rappresentanti italiani raramente ci provano, se lo fanno rischiano brutte figure.

Nel 2002 la sorpresa di Marino, re dei trapianti. Lui , che nel ’92 era il 1° direttore straniero del centro trapianti governativo USA, nel ‘99 diviene direttore dell’ISMETT di Palermo. Nel 03, stanco di combattere per lavorare, sbatte la porta e se ne va a dirigere la divisione trapianti a Philadelphia, dicendo: “qui in Italia non posso lavorare, son costretto ad andarmene”.

Vale la pena di ricordare che non c’é nessun Paese dell’Unione Europea che sia al livello italiano, cosi basso, in tutti i settori menzionati ? E quali ne sono i motivi ? E come mai nessuno li ricerca e li scopre ? L’intellighentia italiana dorme, o non esiste ?
Se vogliamo andare a fondo e scoprire le cause del mancato sviluppo italiano, non c’é alternativa ad un riesame dei nostri comportamenti. E questo uno degli obiettivi del saggio.

Antonio Greco

ANGREMA@wanadoo.fr





7. FRANCIA E ITALIA, DUE PAESI EUROPEI ? FORSE, UN GIORNO,
SE ……
I N D I C E

0 LA UNIONE EUROPEA, LA NUOVA SFIDA DEL VECCHIO CONTINENTE
0.I Tutti in Europa ?
0.II Italia, il Rinascimento negato
0.III Francia, i quadri invecchiati
0.III Mettere insieme tante nazioni
0.IV Introduzione

1. I fattori umani nell’integrazione europea delle economie nazionali
2. Comportamenti europei
2.1 Il tedesco e l’Europa
2.2 Il britannico e l’Europa
2.3 La Francia e l’Europa
2.4 L’Italia e l’Europa
3. I comportamenti francesi adatti all’Europa ?
3.1 L’istruzione disponibile
3.2 La pedagogia dell’Education Nationale
3.3 Un liceo francese e un qualunque liceo europeo
3.4 Se Montaigne vedesse queste “têtes bien plaines”
3.5 La visita del ministro. Apparenza e realtà
3.6 La violenza nelle scuole
3.7 L’Education Nationale inadatta all’Europa di fine secolo
4. Europei i comportamenti italiani ?
4.1 I valori nazionali
4.2 La Piovra
4.3 Una nazione, tanti Principati
4.4 La qualità della politica italiana
4.5 La mentalità diffusa
4.6 L’inefficienza italiana
4.7 La cucina è verace, le opinioni no…....E le decisioni attendono
4.8 Come ristrutturare l’Italia
4.9 Trasformazioni in corso in Italia dopo il 1994
4.10 L’America in Italia ?
5 Come mettersi al passo con l’Europa
5.1 Perché la Gran Bretagna divenga europea
5.2 Perché la Francia divenga europea
5.3 Come qualificare l’Italia per l’Europa
5.4 Collaborazione Francia- Italia per emergere in Europa
6.1 Una nuova sfida per l’Europa : l’Africa
6.2 Islam, Europa e American way of life
6.3 Quale duemila : reale progresso o nuovo medioevo ?

APPENDICI

1. Elites e realtà
2. La visita medica
3. Una lingua per l’Europa
4. Intervista a De Rita, direttore del CENSIS

 
LA DECADENZA DEL BEL PAESE
DA TANGENTOPOLI AL SOTTOSVILUPPO ?

Comincio’ cosi, dopo la seconda guerra mondiale.

La cintura era troppo stretta, bisognava soprattutto mangiare. E occorreva cominciare ad appagare i primi desideri. Il fascio, con le sue strutture, non dettava più legge. Tutti i cittadini si rimboccarono le maniche, e la ricostruzione ando’ avanti. Il Paese poté mangiare, commerciare, produrre e inventare nuovi bisogni. Anche guardando i boys americani. L’industria del mattone trascinò i consumi.

Intanto sulle pedane delle piazze, nuovi oratori insegnavano la democrazia. Fra loro molti meridionali, usi a gestire famiglie e affari con paternalismo, compari aiutando. La gran parte di quelli che erano arrivati alla fine della guerra e del fascismo, erano entusiasti, avevano voglia di costruire, erano in buona fede. Ma alcuni, infilatisi nei palazzi del potere parlando democrazia, iniziarono a tessere le fila degli affari fra amici, servendosi del sottobosco culturale in agguato. Per scopi privati o di clans, iniziarono a condizionare i partiti, ognuno dei quali alzava una bandiera diversa, ma sempre democratica. Iniziarono i traffici di influenze, i negoziati di corridoio, usarono un esercito di galoppini di collegamento fra i vari palazzi del potere, mercanteggiarono in angoli bui di stanze segrete voti e prebende. Furono creati associazioni, sindacati, industrie del parastato. File di aspiranti gerarchi del fascio sparirono. Come era già successo altre volte, chi ebbe più fiuto, per meglio scalare le nuove strutture, gonfiò il numero di chi asseriva essere stato dall’altra parte.
Enormi file di “resistenti” si crearono, i quali avrebbero un giorno avuto diritto ad un occhio di riguardo, o come minimo ad una raccomandazione. Era tale il numero, che qualcuno chiese: “ma allora, chi era fascista ?”

 
L’ ITALIA E I COLLI DI BOTTIGLIA
LA DIVARICAZIONE CON LA U.E.

Il presidente Ciampi alla fine dello scorso anno ha autorevolmente indicato agli Italiani la necessità di liberare il Paese dai “colli di bottiglia” esistenti, al fine di permettere all’economia di riprendersi (“colli di bottiglia”, dall’inglese, sta per strozzature).

Poiché concordo col presidente Ciampi, ritengo utile riassumere in maniera concisa come, dall’estero, si intravede l’effetto dei “colli di bottiglia” sulla vita civile del Paese. Il fenomeno indicato qui sotto non riguarda tutti gli Italiani, ma una percentuale comunque troppo larga di cittadini e parecchie regioni. Purtroppo sembrerebbe che le abitudini di una minoranza sono ormai accettate dalla maggioranza, stà li il problema. Esso, visibile in maniera macroscopica agli Italiani che vivono in Paesi avanzati, é un segno della divaricazione Italia-Unione Europea.

I PRINCIPALI COLLI DI BOTTIGLIA

Insufficienza di chiarezza
“ riflessione adeguata
“ analisi e progettualità seria
“ trasparenza
“ rigore e precisione
“ organizzazione
“ promozione della serietà nel lavoro
assenza dell’obbligo di rispettare le regole (ogni cittadino puo farsi un codice à la carte, nota Severgnini).

CONSEGUENZE

a) sia le attività economiche che i servizi resi al cittadino (includendo in essi anche la definizione di leggi e regolamenti) sono sempre più spesso accompagnante da:

confusione
improvvisazione
classe dirigente selezionata non per esperienza, ma per allacci
personali (l’eccezione della U.E.)

b) a differenza degli altri Paesi della U.E., le seguenti difficoltà sono ormai estese nella vita sociale del nostro Paese, con riferimento al settore pubblico, ma anche al privato:

- per raggiungere i proprii obiettivi si aggirano spesso le leggi, talvolta arretrate o confuse, e i regolamenti, con metodi improprii
- bassa qualità dei servizi resi
- basso rendimento di alcune attività economiche
- incertezza sul possibile raggiungimento di obiettive economici
- incertezza sulle possibilità di supporto adeguato per le imprese
- diffusione di omertà e connivenze, con l’aggiramento della legge
- incertezza frequente sulla capacità e volontà dello stato di far rispettare i diritti del cittadino
- intrusione della criminalità e della corruzione negli organi dello stato
- molte autorità nazionali o locali e alcuni imprenditori ricercano nicchie sicure per una vita di rendita, cioé senza sfide né rischi
- il livello di guardia per i comportamenti scorretti é paurosamente basso e sembra calare sempre di più.

RISULTATI FINALI

Degradazione in molte regioni del Paese di:

- certezza del diritto
- qualità della vita
- competitività in ambito U.E.
- potenzialità degli attori dell’economia
- potenzialità dell’occupazione
- emigrazione dei migliori cervelli iniziata da un pezzo (credo che cominciano a emigrare anche i Q.I. non elevati, cioe l’uomo comune). Sarebbe interessante chiedere al ministro competente l’andamento dell’emigrazione negli ultimi anni, forse accelera ? Essa non riguarda, come agli inizi del secolo scorso i manovali, ma la manodopera qualificata.

CONCLUSIONE

In poche parole: un cittadino che vive all’estero ha l’impressione che la vita sociale si stia bloccando. Quella economica sta cominciando anche a bloccarsi. Sarà il momento di aprire gli occhi sulla divaricazione Italia-U.E. ?


Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr

 
DEFINIZIONE DELL’ITALIANO DI INIZIO SECOLO
L’Italiano dell’inizio XXI secolo é l’unico europeo:

- che accetta di vivere nella confusione e nell’incertezza come condizione normale di vita;
- che adatta la sua attività di lavoro agli interessi personali o di clan;
- che ha spesso un doppio ruolo nella vita sociale, quello che formalmente dovrebbe svolgere e quello che in pratica gli conviene inventarsi;
- che ha talmente abbassato il livello di guardia dei comportamenti accettabili, che accetta senza commenti qualsiasi comportamento dagli altri. In compenso puo’ permettersi qualsiasi azione di sua scelta.
Nella vita sociale il secondo ruolo (interessi privati o di clan) diventa per molti preponderante. Una conseguenza: nei media e nella vita sociale lo schierarsi, lo accusarsi, il reagire contro un’altro schieramento, é divenuta un’attività prioritaria. In politica e sui media si dedica tanta attenzione agli schieramenti, che la risoluzione dei problemi di tutti i giorni sembra quasi divenuta un’attività secondaria (il più deteriore dei caratteri latini e da terzo mondo).

L’Italiano si é adattato negli ultimi anni a vivere spesso alla giornata, non per sua colpa, ma per via delle incertezze e confusioni della vita sociale. Non ha più un grande interesse per il futuro del Paese e per le evoluzioni sociali in corso. Privilegia i fatti proprii. Non si meraviglia affatto se, in ambito sociale, gli obiettivi raggiunti o mancati sono diversi dalle primitive dichiarazioni di intenzioni. Cio’ che capita abbastanza spesso, non sorprende più.

La impossibilità di vedere tutti i proprii diritti realizzati é divenuta recentemente per lui un’abitudine accettata, con rassegnazione balcanica. In compenso la sua furbizia e il suo ottimismo (o faciloneria) gli fanno sperare che i suoi diritti di cittadino potranno realizzarsi con l’intervento risolutore del suo referente (chi non ne ha uno puo’ essere perduto).

La sua rassegnazione ad una vita sociale degradata é tanta, che egli non si chiede neanche se negli altri Paesi della U.E. la qualità delle vita é migliore e perché. Non si chiede perché l’Italia é l’unico Paese della U.E. inguaiato, né gli interessa sapere perché. Si lamenta pero’ della chiusura della FIAT (e spera che non ci siano altre chiusure).

Le abitudini di vita sociale, eccezionali per la U.E., stanno scavando un fossato verso gli altri Paesi della U.E più a Nord. Un fossato simile, molto più pronunciato, esiste da tempo tra Nordamerica e America latina. Un’idea semplicistica delle abitudini che si stanno diffondendo é data nello allegato.

Nel Paese non si indaga troppo sui perché, ma vivendo all’estero, ci si chiede: “come potrebbe funzionare l’economia di un Paese, ove i comportamenti indicati nell’allegato (sempre attribuibili agli altri e non a se stesso) si sono tanto diffusi ?”
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Una Favola (verosimile)
Successe in tempi molto lontani, nei Paesi della U.E. a Nord delle Alpi.

In Europa alcuni uomini illuminati andarono a caccia di valori. Si dice che fossero di stirpe germanica (alemani o franchi). Qualcuno invece sostiene che fossero degli anglosassoni.

Questi illuminati, dopo lungo cercare, catturarono il valore organizzazione. Incontrandola per la prima volta, le fecero dei tests (sui processi mentali e nella vita di tutti i giorni). Ne apprezzarono i risultati e pensarono di utilizzarla.

La educarono, le misero allora addosso dei bei vestiti, poi un cappello a cilindro, con su la scritta: VALORE PRIMARIO. Poi la mandarono in giro, con la raccomandazione di infilarsi e lasciar traccia in ogni angolo dei Paesi europei.

Si tratta di un valore furbo ed inoltre capace di strategia. Nei suoi lunghi giri, si presento’ dapprima ai capi e direttori, governanti e principi. Fece dei bei discorsi, fu eloquente. Spiego’come il suo uso poteva estendere benefici effetti non solo ad ogni attività ben condotta, ma anche ai processi mentali. Mostro’ l’interesse e la convenienza di chiamarla in causa il più possibile. Predisse che, se un giorno fosse stato creato il villaggio globale, la vita sociale sarebbe divenuta notevolmente complicata, creando cosi la assoluta necessità di organizzarsi.

Una caratteristica dell’organizzazione é il suo spettro molto ampio. La sue grandi capacità strategiche gli permisero di entrare in gioco prima in quei settori e livelli ove poteva avere più influenza. Poi, man mano, scese anche ai bassi livelli.

Nei Paesi ove fu meglio accolta, l’organizzazione fece un buon lavoro. Aiuto’ le culture e i cittadini a lavorare, in modo tale che i risultati di un’attività fossero il più vicini possibile alle previsioni e agli obiettivi iniziali.

Cosa successe in Italia ? Non so, ma ho cercato di informarmi. Qualcuno mi ha detto che, poiché la cultura italiana ha una larga base artistica, era impossibile rendere compatibili organizzazione e arte.
Altri pensano che, vista la diffusione dei comportamenti istintivi in Italia, l’introduzione della organizzazione avrebbe messo a rischio tali modi di fare, cosi tradizionali. Forse, in questo caso, ci sono due verità.

Un’altra versione é che l’organizzazione esiste in Italia. Si tratta di un valore furbo e, come tale, si nasconderebbe ogni volta che teme di soccombere. Si ritroverebbe quindi in anfratti, località segrete, punti ove non rischia di soccombere all’istinto o all’arte. Pare anche che abbia eliminato la scritta dal suo cappello, per non urtare i cittadini.

Ho consultato un paio di professoroni, lunga barba ed esperienza, per sapere come essa funziona. Il primo mi dice che bisognerebbe applicare l’organizzazione ai processi mentali, agli sviluppi del cervello, per avere dei ritorni in efficienza. L’altro invece mi ha detto che cio’ non é possibile, perché in caso di tipologia artistica o istintiva, il cervello andrebbe in corto circuito (nevrosi sembra). Allora egli consiglia di applicare l’organizzazione alle azioni della vita di tutti i giorni. Anche qui, due verità !

Allora ho capito che dovro’, per concludere, fare uno studio approfondito, sto già cercando la bibliografia. Qualcuno mi aiuta ?
Comunque sia, secondo uno studioso, questa situazione incerta determinerebbe nel nostro Paese grossi scostamenti tra gli obiettivi dichiarati all’inizio di alcune attività sociali e i risultati ottenuti alla fine. Non garantisco che sia vero, ma spero di saperlo presto.
Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr

P.S. Le persone interessate ad esempi classici, ufficiali, della organizzazione italiana, possono chiedermeli. Rispondero’ volentieri.

Un esempio nella U.E.: i Francesi fanno colazione con pane, burro e organizzazione. Chi preferisce il croccante, si serve dei wafers alla vaniglia e logica.

Il sistema sanitario francese é forse il migliore d’Europa. Rapido, razionale, affidabile, alla portata di tutti. Centinaia di Italiani (pellegrini sanitari) vengono a servirsene per avere cure di buona qualità. I malati italiani sono tanti che, in alcuni ospedali parigini, le infermiere capiscono la nostra lingua.

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(BOZZA BASE DI DISCUSSIONE)

EUROPEIZZARE L’ITALIA , CON QUALCHE VALORE

Obiettivo: aumentare la competitività del Paese

Perché il sistema Italia si avvicini, come efficenze e qualità di prodotti e servizi, agli altri Paesi della U.E., ci vorrà una reintroduzione di alcuni valori, che sono stati spesso accantonati. Tali valori dovranno essere reintrodotti in moltissimi settori, là dove erano spariti.

Un primo tentativo di listarli é riportato di sotto. Il concetto di base ne é: la promozione di tali valori, una volta proposta (da chi ? un’associazione di cittadini preoccupati del futuro del Paese ?), dovrà essere discussa a livello nazionale. Indi imposta con impegno e strumenti adeguati dalle autorità, allo scopo di rendere l’economia italiana competitiva. Uno dei più importanti strumenti sarà l’uso nelle scuole di una nuova e adeguata pedagogia, che punti sui valori sotto elencati.

Le resistenze che nasceranno saranno certamente legate al desiderio di alcuni di conservare nicchie e fette di potere antiquate, che sono spesso fonte di strozzature per altri (colli di bottiglia, li chiama Ciampi). Con determinazione esse potranno essere vinte.

I VALORI

L’organizzazione (e la programmazione ad essa collegata) dovrà essere introdotta ovunque non esista e divenire un valore primario, come lo é già negli altri Paesi della U.E.;
La chiarezza nella espressione orale e scritta va perseguita ovunque, specie nelle scuole, nelle leggi e regolamenti, nei documenti ufficiali

Promuovere con insistenza la riflessione, che dovrà essere preferita rispetto alle scelte intuitive. Soprattutto quando una decisione ha conseguenze di larga portata. Promuovere inoltre l’uso della logica e del realismo, i quali sono tanto più necessarii, quanto più un fenomeno complesso é soggetto a molte influenze, quando si hanno conseguenze sui costi e su risultati finali di un’attività.

Contemporanea promozione della conoscenza dei diritti da parte dei cittadini. Necessità di attuarli sempre e ovunque.

CONSEGUENZE

Dopo l’applicazione, con determinazione, rigore e impegno, dei suddetti valori, di conseguenza tenderanno via via a diminuire/scomparire le incertezze, le zone grige nelle leggi, regolamenti, contratti, manuali, etc., che sono talvolta causa di strozzature. Diverranno rare le sopraffazioni dello stato sui cittadini.
Le gestioni di enti pubblici (ma vedi sotto), di imprese, condominii, etc potranno divenire
più efficienti. Diminuiranno le incertezze e strozzature. L’affidabilità degli attori sociali
(che é una delle basi di una buona società) andrà aumentando.


NELLA SOCIETA TUTTA

La reintroduzione del senso di responsabilità, che già esiste come valore primario diffuso negli altri Paesi della U.E., dovrà essere promossa in tutta la società, incluse la scuola e la formazione alle professioni. Responsabilità del proprio operato e impegno sono valori intimamente legati. Perché la reintroduzione della responsabilità sia effettiva, ci vorrà oculatezza, buon senso, riflessione su modi e conseguenze del cambiamento. E impegno dei vertici.


NEL SETTORE PUBBLICO

Reintroduzione della selezione della classe dirigente per merito ed esperienza, non più per allacci personali o di clans. Valutazione dell’operato delle persone fatta con realismo ed obiettività. Fine dell’impunità.

CONSEGUENZE

Diminuirà col tempo il senso di sicurezza di piccoli e grandi VIPs e l’impunità per i
nullafacenti. Aumenterà la motivazione, le carriere dovranno dipendere
dal merito e dall’impegno. Ritornerà il senso del dovere legato al ruolo ricoperto.
Ritornerà anche l’impegno, l’obbligo di servire il cittadino. Alle poltrone sarà di nuovo legata la responsabilità del proprio operato, da privilegiare rispetto all’uso del potere per scopi personali, che é oggi possibile.

SE NON RINNOVIAMO

Se non fosse deciso un rinnovamento simile, dovremmo riconoscere apertamente che non siamo
capaci di applicare la costituzione (1) e le leggi per tutti i cittadini (la divaricazione fra i sacri testi e la realtà).

UN TITOLO

Due parole come titolo del rinnovamento: BACK TO BASIC.
______________________
(1) In febbraio 03 il presidente del senato Pera riconosce, durante una conferenza a Parigi, che l’Italia non é riuscita ad applicare completamente la costituzione. Il sottoscritto gli ha allora chiesto in che misura é applicato il codice penale (ho in mente dati preoccupanti forniti da D’Alema, allora premier, sulla questione). La risposta di Pera non é sembrata soddisfacente.


P.S. Gradisco emendamenti, miglioramenti, cambiamenti. Rispondo anche ad una possibile obiezione. Se un giorno gli Italiani volessero migliorare la competitività, forse i valori potrebbero essere inseriti, ove mancano, solo se ci fosse l’impegno della autorità in gioco e venisse fatta una estesa campagna di promozione. Altre opinioni ?


Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr


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