Angrema
30/11/2003
 
DEFINIRE UN PAESE

C’é un Paese ove si é tanto tolleranti e tanto flessibili. Ove si é capaci di aggiustare ogni situazione.

C’é un Paese ove l’amicizia é facile e ognuno ha tanti amici.

Un Paese ove una chiacchiera, una tabacchiera e un favore non si nega ad un amico.

Un Paese ove il sole batte forte e l’alta temperatura porta pigrizia. Un Paese ove la pigrizia é recentemente entrata nel DNA degli abitanti. I quali sono talvola grigi, senza forti motivazioni (salvo il calcio). I quali presero un giorno l’abitudine di essere intuitivi (perché un’analisi completa se c’é l’intuizione ?).

Un Paese ove l’intuizione e le chiacchiere diffuse fecero nacere la cultura dell’improvvisazione. Su tante cose, anche su decisioni importanti. Ove il caldo e la pigrizia, insieme all’abitudine al compromesso, spingono talvolta a procrastinare, differire, rinviare, aspettare. Anche per litigare di meno.

Un Paese ove una certa mentalità si diffuse dalla Sicilia verso il Nord alla velocità di 100 km/anno (disse Scascia nel Giorno della Civetta). Un Paese ove la grande creatività e fantasia permettono facilmente di primeggiare e brillare nella ricerca di nuove strade. Le quali portano al successo e ai risultati economici (se c’é anche l’organizzazione, la responsabilità, la precisione, la puntualità). Cioé tutte quelle qualità che sono oggi utili per essere competitivi nel villaggio globale.

In un Paese simile, se gli arrampicatori nei palazzi del potere hanno brutte abitudini (affarismo, finto bene comune, ma in realtà presa di potere), si é capaci di imporre tali abitudini anche agli imprenditori. I quali, poveretti loro, non hanno interesse a perdere un’affaruccio.

Nacque cosi l’”affaripolitismo” (1), commistione di affarismo e politica. Se l’affaripolitismo sembra un motore che fa girare l’economia, o é una ghiaia che grippa le ruote della stessa, si vedrà.

Per ora il Word Economic Forum rischia di metterlo in 41/ma posizione, dopo il Botswana.
Domani, che sarà ?

Ma ci sarà sicuramente il sole, poco male.
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(1) mi chiedo se non sia il caso di mettere questa nuova parola nel dizionario)

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr

07/11/2003
 
POSSIBILE LO SVILUPPO IN ITALIA ?
Parigi, novembre 03

IL SUCCO DEL PROBLEMA


Gli Italiani viaggiano, poi scrivono lettere che leggo su diverse rubriche online.

Vedo aumentare il numero di lettere che chiedono:

- una bella cosa, vista in Xlandia, sarebbe possibile vederla in Italia ?
- perché da noi non succede xyz, quando in Ylandia la stessa cosa é facile e piacevole?

Risponderei cosi: il Paese ha avuto negli ultimi anni tante trasformazioni. Ma i fondamenti del sistema Italia sono tali da incoraggiare le trasformazioni negative e scoraggiare quelle positive. L’adattabilità italiana e l’abbassamento del livello di guardia (dei comportamenti accettabili) hanno fatto il resto.

Ho pubblicato un’analisi, dopo lunga inchiesta, riflessione e paragoni con l’Europa. Ed inoltre numerosi articoli che cercano di rispondere alle domande:

- perché cio’ succede solo in Italia, non nel resto della U.E.;
- come potremmo migliorare tale o talaltro risultato ?
- perché l’utopia da noi (cosi definita in una lettera di questa settimana), diventa poi realtà in un altro Paese ?

Le coordinate Internet del saggio che cerca di rispondere a tante domande
saranno fornite a chi me ne farà richiesta. Per quanto riguarda gli articoli, le Lettere dall’Europa sono pubblicate su:

http://angrema.blogspot.com/ (altri arriveranno).
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito)

Si tratta di lettere di Antonio Greco. Il quale ha lavorato in giro per l’ Europa per trenta anni e vive in Francia da venti anni.


Chissà che non si possa iniziare un dibattito costruttivo, in un Paese ove troppa gente si adatta a tutto (anche al peggio) ?

Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr
(disponibile per una presentazione delle cause sociali, non politiche, degli insuccessi italiani)

Parigi, maggio 03
(SAGGIO ATTUALISSIMO)

1. LA DIVARICAZIONE ITALIA-EUROPA

QUALE E PERCHE LA DIVARICAZIONE ITALIA-EUROPA ?
QUALI LE RAGIONI PER CUI, IN AMBITO U.E., SOLO IN ITALIA ESISTE UNA ENORME FORBICE FRA I DIRITTI DEI CITTADINI FORMULATI DALLE LEGGI E LA LORO APPLICAZIONE PRATICA ?
LA TESTIMONIANZA DI CHI VIVE IN UN PAESE AVANZATO !

La degradazione del sistema Italia, lamentata dagli industriali, é in aumento. Abbiamo le difficoltà della FIAT; ma rischiamo di averne altre.

Solo dal di fuori dell’Italia si puo capire per quali ragioni il Paese continua a degradarsi ed ha speranze limitate di avvicinarsi al resto della U.E. Le persone che, con falsa sicurezza, preferiscono non riflettere sulle cause del degrado italiano non hanno interesse per il futuro dei proprii figli.

Il saggio “Francia e Italia, due Paesi europei ? Forse, un giorno.....se...”, pubblicato (in parte) da tempo su Internet, presenta una testimonianza necessaria per stimolare una riflessione sulla divaricazione Italia-Europa. Sulla base di paragoni fatti da chi ha viaggiato l’Europa per 30 anni e vive in Francia da 20 anni. Si tratta di un’analisi della situazione e di una proposta per portare il Paese al livello europeo.

L’allegato indica i motivi di pubblicazione del saggio, riassumibili in: “perche solo l’Italia ha tanti problemi ?”

Il sito Internet che pubblica, parzialmente, il saggio é:
www.crescitacivile.it scegliere: “Libri on line” e trovare il saggio verso il fondo.

Buona lettura.

Antonio Greco
tel. +331-42.04.20.81
ANGREMA@wanadoo.fr

P.S. Questo saggio cerca un editore cartaceo.
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2. SOMMARIO

FRANCIA E ITALIA? DUE PAESI EUROPEI ?
FORSE .........UN GIORNO, SE .......


L'autore, un italiano che vive a Parigi dal 1982, ha girato l'Europa in lungo e in largo per 30 anni, per motivi professionali. Da ingegnere e negoziatore, ha lavorato gomito a gomito con francesi, tedeschi, scandinavi, americani, etc.

Nel corso degli anni constatò che i diversi comportamenti si riflettevano negli incontri professionali. Gli era parso perciò interessante esaminarne l'impatto sull'efficacia nel lavoro. Col tempo due convinzioni gli sono apparse chiare :

- l'Italia rischia di trasformarsi in un Paese "in via di sottosviluppo", anziché imporsi nell'agone europeo per la sua creatività, se i suoi cittadini non abbandonano certi comportamenti levantini;
- l'economia francese potrebbe sensibilmente aumentare le esportazioni dei prodotti della sua industria, la quale si giova di un innegabile savoir faire scentifico e industriale, se sviluppasse la creatività e la flessiblità, qualità tanto comuni in Italia, e abbandonasse certe abitudini diffuse, ormai superate alla fine del millennio.

Nel cursus scolastico dei suoi figli egli ha potuto osservare con attenzione il sistema scolastico francese. Ciò gli ha permesso di individuare i legami fra la didattica francese, che é praticamente fuori dall'Europa, certi comportamenti desueti diffusi nel Paese e le limitate capacità transalpine in campo commerciale. Tali lacune si riflettono negativamente in un contesto di competizione economico europeo e mondiale.

L'Europa unita ha cominciato il suo percorso verso i mercati mondiali, portandosi dietro grossi punti interrogativi :
- come conciliare il cervello di un francese con il cuore di un italiano ?
- sarà sempre difficile inseguire l'economia tedesca o ci saranno altre
locomotive in Europa ? Se sì, quali ?
- chi riuscirà ad acquisire, come gli anglosassoni, una visione sempre
distaccata e pragmatica e le loro capacità di strategia ?

L'economista tedesco Ralf Dahrendorf scrive in un recente articolo sull'Unione Europea : "E da Londra, quasi esclusivamente, che soffierà il vento innovatore che animerà l'Europa". Lo stesso Dahrendorf pone l'accento sul fatto che a Bruxelles "gli Eurocrati passano la maggior parte del tempo a discutere argomenti di interesse limitato. Essi si chiedono se sia meglio occuparsi della dimensione delle reti per la pesca, più che dibattere di questioni sociali e politiche (ad es. disoccupazione ed esclusione sociale, politica estera, immigrazione, competitività, etc?)"

I Paesi gestiti da governi forti e stabili, come la Francia caratterizzata da un potere centralizzato, vedono il ridimensionamento dei loro poteri sull'economia. Devono dunque sperare che quest'ultima sia solida e manifesti capacità d'iniziativa e flessiblità adeguate, in modo da reagire agli imperativi dei mercati.

L'autore esamina i motivi per cui :

- l'Italia é l'unico fra i Paesi industriali dell'Unione Europea ove esiste una spaventosa divaricazione fra i diritti dei cittadini esistenti sulla carta e la loro applicazione pratica ;
- in molti campi (specialmente il pubblico) l'Italia é indietro agli altri Paesi dell'Unione ; ad esempio in altri Paesi le autotità definiscono per tempo le strategie, pianificano e realizzano gli interventi strutturali in modo organico, mentre in Italia ci si limita a reagire alla giornata ai problemi del giorno, spesso troppo tardi per risolverli o condizionarne gli sviluppi ;
la diffusione dell'échec scolastico e la violenza manifestata dagli alunni (di livello anormalmente elevato in Francia) sono legati alla pedagogia francese, frustrante e poco efficace ;
l'attidudine francese a organizzare in modo efficace piccole e grosse strutture é, al contrario, una qualità rara in Italia, dove l'importanza dell'organizzazione é troppo spesso ignorata (gli industriali italiani sono noti all'estero per essere incapaci di rispettare i tempi liberamente concordati !).

Il saggio chiude l'analisi sugli aspetti di cultura e comportamento che hanno un impatto sull'economia, con delle valutazioni che mirano :

a suggerire agli Italiani di rendere più europei i loro comportamenti sociali, allo scopo di evitare all'Italia un futuro di sottosviluppo e per portare la vita amministrativa e politica nazionale agli stessi livelli già raggiunti negli altri Paesi dell'Unione Europea.
a sollecitare i Francesi ad adattare il loro sistema educativo ai bisogni di oggi, a ridurre i fallimenti scolastici e migliorare la competitività di coloro che saranno i quadri di domani ;

Una lettura attenta di quest'analisi comparativa mostrerà in filigrana tutto l'interesse e i vantaggi di una collaborazione tra Francesi e Italiani. E necessario, per ciò fare, una riflessione seria, senza scappatoie e con una reale volontà di progresso, sulle caratteristiche culturali e sociali di ciascuno dei due Paesi. Essa é impostata e discusa dall'autore. Una possibile collaborazione italo-francese sarà la strada migliore e più sicura che permetterà ai due Paesi di conquistarsi un posto di primo piano nel corso dell'avventura delle economie europee.

Questa prospettiva di sinergie franco-italiane non é utopica in quanto :

- permetterebbe agli italiani di usare come modello l'efficacia francese in materia di gestione pubblica e servizi statali ;
- permetterebbe ai francesi di arrivare, con la modifica dei metodi di insegnamento, ad essere, anche loro, flessibili e creativi.


Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr


A chi me lo chiederà, inviero’ l’introduzione del saggio.

 
VISITA IN CINA


Prodi torna dall’incontro tra la rappresentanza europea (Berlusconi e Prodi) e la Cina. Si é espresso cosi: “I Tedeschi han capito prima degli Italiani”. E avverte ancora: “Gli altri non perdono le occasioni”.

Sarà Prodi al corrente, da Bruxelles, delle recenti derive della società italiana ? Non é sicuro. Riassumiamogliele.

Una delle conseguenze negative del manco di organizzazione, come fattore necessario per le attività economiche: basta guardare la diminuzione di competitività, in un’epoca in cui la confusione italiana aumenta. Inoltre messa al bando di altri valori, i quali per contro son conservati nel resto dellla U.E. (serietà, trasparenza, coerenza, selezione per merito, riflessione e programmazione, etc.).

Tali valori sono stati recentemente sostituiti in Italia da: confusione, approssimazione, menefreghismo, sciattoneria, incoscienza. Come conseguenza della selezione dei peggiori cui affidare i poteri pubblici.

Conseguente diffusione delle reti di complicità, omertà, clientelismo, inefficienze, insicurezze. Tutti valori negativi, conseguenze della sparizione di un patto sociale, il quale era basato (una volta) su valori primari , regole e limitazioni, realmente applicate.

In un nuovo contesto di inefficienze accettate e divenute quadro di vita, di rassegnazione agli insuccessi, sopraffazioni, come pensare che il nostro Paese abbia strategie e capacità di realizzare gli obiettivi decisi, in tempi e modi europei ?

Avrà capito, Prodi, che oltre ad aver perso ben altre occasioni, non siamo capaci a livello sociale, di un’efficacia e una rapidità di tipo tedesco, per stabilire un ponte con la Cina ?


Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr

Un testo esplicativo, con esempi, sarà spedito a chi ne farà richiesta




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