Angrema
31/10/2004
 
CULLARSI NELLE FATUE ILLUSIONI ?
L’ unificazione del Regno d’ Italia

Fine ‘800. Fatta l’ unificazione del Paese, la sua gestione fu iniziata dai piemontesi.

Nel trambusto dell’ allargamento della piccola struttura statale piemontese, i primi governi fecero un grosso errore: mandarono avanti nei nuovi territori, come rappresentanti, gli ufficiali del fisco. Non misero su una valida struttura di pubblica istruzione dei cittadini del Regno, che insegnasse non solo a leggere, ma anche a vivere nel nuovo stato.

Gli Italiani, non avendo un gran livello medio di cultura, erano soggiogati dal potere di turno, che era talvolta prepotente. Non capirono che, colla unificazione, la situazione era piuttosto cambiata. Continuarono, come sempre fatto, a considerare il potere nazionale come un organo estraneo, da sopportare, da ignorare. Come era sempre avvenuto, quando c’ erano stati Goti, Normanni, Arabi, Francesi e Spagnoli.

Anche conoscendo male la storia, credo sia qui una delle origini del problema. Non nacque un nuovo approccio al nuovo stato, come era nei Paesi a Nord delle Alpi . Stato che va costruito, con cui si dialoga, si collabora, di cui si propone l’ evoluzione. Gli Italiani scelsero di ignorarlo e continuarono a interessarsi ad iniziative, contatti, poteri informali, locali e alternativi. In pratica si considerarono, anche per manco di istruzione, al di là dello stato. Credo sia stata questa l’ origine della divaricazione esistente fra uno stato formale ed un tessuto di clans e allacci sommersi, che lo ignora. I quali talvolta lo considerano estraneo, se non nemico. Da subire, da combattere talvolta, o almeno da fare fesso.
La Repubblica all’ inizio del XXI secolo

Ancora oggi gli Italiani perpetuano la tradizione: lo stato nemico, da subire purtroppo, da contrastare sul terreno. Non succede niente di cio’ a Nord delle Alpi. Anche per questo, le altre società funzionano.

Se ci volesse anche una motivazione per giustificare una vecchia tradizione mai cambiata, ce n’ é una valida, oggi. Lo stato é mal gestito, incapace, buono solo a sprecare o alimentare quattro loschi figuri incapaci, che vengono chiamati politici. Perché prenderlo sul serio ?

Durante il fascismo, la costruzione dello stato fu demandata a manipoli di esagitati. Si moltiplicarono le bandiere e si scrisse “Stato” colla maiuscola.

Dopo la guerra lo stato italiano si é vendicato del non essere considerato. Ancora ritenuto un corpo estraneo ai cittadini, lo stato ha continuato a trascurare questa abnorme inimicizia, a non pensare alla educazione civica dei cittadini. Infatti la P.I non si é occupata affatto della questione, per trascuratezza o ignoranza.

Negli ultimi trent’ anni del XX secolo, loschi figuri presero il potere. Reclutati con un pessimo criterio di selezione, la complicità e il comparaggio, hanno diffuso coll’ esempio , consciamente o inconsciamente, le abitudini seguenti:

- grigiore, approssimazione, vaghezza di programmi e di comportamento dei personaggi pubblici. Nel senso di indeterminazione, mancanza di chiarezza, rarità di opinioni solide e riflettute o troppo rapida trasformazione delle stesse. Negligenza dei fatti reali nelle discussioni politiche, sostituiti spesso da accuse (non importa se senza prove). Forse per ignoranza, di sicuro per cattive abitudini. Talvolta doppio linguaggio del potere, che dice di voler fare. Ma fa i fatti suoi......
- rarefazione dei valori di base del patto sociale, in certi casi scomparsa degli stessi. Tutto, o quasi tutto, é ormai permesso. Il rigore, la coerenza, la precisione, l’ impegno, la verità dei fatti, li lasciamo ai Francesi o ai Tedeschi. Il tutto facilitato dalla diffusione del doppio linguaggio (esiste, cosi diffuso, solo in Italia).
- conseguente vita sociale caratterizzata da: frequenti emergenze, difficoltà di costruire, gestire, trasformare i corpi sociali. Cio’ non deve troppo sorprendere, se nella società tutto é confuso o cambia dall’oggi al domani (flessibilità a 360°)
- frequenti alterchi o lotte fra parti avverse (o alleate) in politica, le quali sembrano indicare che molti politici danno priorità alle lotte di clans piuttosto che alla gestione del Paese (che é in teoria il loro ruolo). Pochi progressi quindi dall’ epoca dei principati.
- progressiva ignoranza dell’obbligo di rispettare legge e regolamenti, anche da parte di enti e servizi pubblici. Incremento del numero di persone ed enti che ignorano la legge.


Le strutture dello stato, come é divenuto dagli anni ’60 in poi, aiutato dalla mentalità della flessibilità diffusa, hanno contribuito, con insipienza e superficialità, talvolta coll’ esempio:

- a far sparire i valori e i paletti della vita civile (una parvenza, incompleta, degli stessi esisteva trenta anni fa);
- a bandire gli strumenti necessari alla costruzione ed alla educazione di un Paese moderno, i VALORI, in un’ epoca di cambiamenti nell’ economia dell’ Europa e del mondo;
- a diffondere in tutti i gangli del Paese (nel pubblico e nel privato) la corruzione e l’ omertà.

In un grosso gregge, se spariscono i cani pastori, il pastore fa enormi tentativi per gestire le pecore, tenerle insieme. Nello Stivale, gli Italiani, pecore confuse, vanno in tutte le direzioni.

Sono infatti spariti i valori (i cani pastori), cioé gli strumenti della vita civile. Dopo la guerra, un paio di generazioni di governanti e dirigenti del parastato hanno completamente perso la capacità di gestione corretta dei macrosistemi (e.g. il Paese, l’ Alitalia, la Fiat). Di conseguenza nuovi comportamenti si sono diffusi, in base alla (quasi) nuova mentalità della tolleranza e impunità totali. In sintesi, essi hanno, fra l’ altro, provocato la sparizione del realismo, sostituito dal doppio linguaggio. Il primo é infatti sparito dalle discussioni pubbliche. E sempre più é sostituito dallo scenario (anche televisivo) e dalla demagogia.

Il tutto genera inefficienze, sprechi, perdita di competitività. Il Paese é ormai sotto l’ imperio di tre Dittatori: Confusione, Rassegnazione, Gestione Allegra.

La Fatua Illusione N. 1

Il parlamento ha approvato la legge della “devolution”. L’ idea nella testa dei propositori della legge credo sia sta la seguente: lo stato si é mostrato incapace di gestire la società e i servizi pubblici su base nazionale. Il sistema é troppo grande, per i governanti italiani di inizio secolo. Riduciamo la grandezza del sistema, facciamo il più possibile nelle regioni, strutture più piccole. Le gestioni saranno più facili.

Fatua illusione. I valori e le capacità di gestione, ormai troppo rari nel Paese, sono inesistenti anche nelle regioni. Invece di avere una sola grande Babele, avremo tante piccole Babeli. In Europa solo dei balordi superficiali come i politici italiani possono credere al miglioramento colla devolution !


La Fatua Illusione N. 2

Gruppi di cittadini e partiti, in reazione alle incapacità ed alla confusione generata da uno stato incapace, gestito da politici incapaci (la migliore espressione della mentalità italiana, scrisse TIME), pensano di proporre la riforma delle istituzioni. Anche Ciampi le invoca...

I propositori delle riforme, anche per superficialità e mancanza di realismo, non hanno considerato la situazione reale. Non han capito cosa va cambiato.

La situazione, vista dall’ Europa, é la seguente, con una immagine esplicativa:

- se dessimo la gestione delle nostre vecchie istituzioni ad Olandesi, Francesi, Belgi o Svedesi, mandando a casa i politicanti abituati a mercanteggiare poteri e percentuali nel souk italiano, dopo un periodo di avviamento e con riforme adeguate di procedure e gestioni, lo stato finalmente inizierebbe a funzionare come in Francia e in tanti altri Paesi della U.E.
- se oggi il Bel Paese adottasse una riforma delle istituzioni e non ci accorgessimo che solo noi Italiani, in U.E., non sappiamo gestire i grandi sistemi (per esempio, non conosciamo l’ organizzazione), allora le nuove istituzioni fallirebbero completamente, come quelle attuali ! !
Sarebbe questa la Fatua Illusione N. 2 !

I MOTIVI: la mancanza di strumenti adeguati. I dettagli relativi sono nelle seguenti Lettere dall’ Europa: “Colli di Bottiglia”, “Italia Desnuda”, “Regole e Confusione”, “Pantani e Ruote grippate”.

Le coordinate dei siti che le pubblicano:http://angrema.blogspot.com/ http://www.accademiaonline.net/ (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “ società”)

Antonio Greco
(disponibile per una presentazione delle CAUSE dei guai italiani)
ANGREMA@wanadoo.fr

24/10/2004
 
COMPETITIVITA ITALICA E LATINO AMERICANA
Le classifiche mondiali indicano che la competitività italiana si sbraca. Normale. E come potrebbe essere altrimenti ?

L’ occupazione non migliora. Speriamo che non arretri. Parecchi laureati sono costretti ad andare all’ estero. Normale. E come potrebbe essere altrimenti ?

La deriva italiana degli ultimi 20 anni é chiara, vista dall’ Europa. Forse non si ha una percezione altrettanto chiara dall’ interno. Poiché i comportamenti e la mentalità sono molto peggiorati, citiamo Peyrefitte, storico delle economie:

Sviluppo. Non c’é sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o che favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società (Peyrefitte, nel “La societé de confiance”).

Nello stato i peggiori figuri han preso il potere, complice un sistema di selezione particolare: il comparaggio, l’ omertà. Tali figuri hanno promosso e diffuso una mentalità da terzo mondo.

E il popolo italiano, che non ha la spina dorsale più robusta in Europa (diciamo che siamo flessibili), ha accettato quanto proposto dai peggiori. Supino, rassegnato, spensierato.

In un Paese che ha perduto i Valori, perduto la riflessione lucida, ove la forma mentis é ormai deviata, viziata, da Paese latino-americano, non c’ é scampo. Si salvi chi puo’ ! ! !

Il mercato del Villaggio Globale ci ha messo davanti ad un muro: il Muro della Verità.

Non si possono avere in Italia livelli di remunerazione paragonabili a quelli di altri Paesi U.E., un’ economia fiorente, e nello stesso tempo continuare a navigare, spensierati, fra gli sprechi.

Qualcuno vuol proporre, per salvarsi, di eliminare gli sprechi ? Forse si puo’, ma solo reintroducendo i Valori. E un lavoro lungo e difficile, che richiede attenzione all’ Europa. E che possono fare solo gli esterni al Sistema.

Siamo arrivati al 47/mo posto per la competitività. Scenderemo ben oltre, se non riflettiamo alle contromisure necessarie ed urgenti. Aiutati dalle testimonianze degli emigrati.

Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr
(emigrato, disponibile a presentare i motivi della perdita di competitività)

P.S. Le coordinate Internet delle valutazioni sullo stato del Paese possono essere richieste con
un messaggio.




18/10/2004
 
BEL PAESE IN FIORE UN SOGNO
Parigi, Ottobre 04
IL BEL PAESE IN FIORE

Ho fatto un bel sogno. Come era bello lo Stivale ! Tutto verde, ordinato. Monumenti e opere d’ arte ben custoditi e gestiti, ben protetti. La società ben strutturata e organizzata.

Un’ economia fra le più fiorenti e grintose d’ Europa. Imprenditori e operatori del privato e del pubblico ben organizzati e associati, perfettamente integrati in U.E. La collaborazione fra cittadini e istituzioni é esemplare.Come nel resto dell’ Europa, ogni attività pubblica ed economica viene ben organizzata prima del suo inizio. Previsioni e programmazioni sono entrate nella testa degli Italiani.

Nella vita sociale la chiarezza adamantina, la correttezza si sono diffuse. Per essere competitivi, si provvede a diminuire o eliminare sprechi e tempi morti, su gran parte del territorio nazionale.

I quadri dirigenti ed i loro collaboratori, sia nel privato che nel pubblico, gestiscono gli affari con serietà ed impegno. I risultati si vedranno presto, visto che ormai in tanti si sono impegnati. Sembra ad un livello europeo. Sarà vero ? Ma allora padrini e ras scompariranno ?

I due tessuti dei rapporti economici imprenditoriale e della gestione pubblica si sono ben integrati. E in corso il tentativo di connetterli anche al mondo universitario.

Ne deduco una convinzione come conseguenza: i creativi Italiani non hanno più bisogno di emigrare per avere successo e realizzare i loro obiettivi. Potranno ora sicuramente farlo in Italia.

A questo punto posso considerare di tornare nel Bel Paese....., che bella situazione !

Un trillo, che roba........ Ah, ma é la sveglia....! Allora che delusione...!

Antonio Greco
(disponibile per presentare la propria analisi sulle cause della deriva accelerata)

 
LA PERDIT
Lettera dall’ Europa

EVOLUZIONI SOCIALI ITALIANE
LA PERDITA DI COMPETITIVITA IN POCHE RIGHE

La difficoltà di gestire il Paese con risultati a livello europeo dipende, fra l’ altro, dal particolare criterio di selezione della classe dirigente pubblica, dal nuovo costume che nessuno é responsabile di alcunché e dalla nuova mentalità del “sopporta tutto, anche le sopraffazioni”.
L’ aumento degli insuccessi sociali degli ultimi lustri ha portato i cittadini allo scetticismo verso lo stato. Quest’ ultimo viene oggi considerato distante, se non nemico, in quanto incapace di relizzare quanto promesso dalla costituzione e dalle leggi. Il bello é che nessuno fa un’ analisi delle cause vere degli insuccessi, le quali non sono politiche.
I servizi e i diritti promessi dalla costituzione e dalle leggi dello stato ai cittadini spesso non vengono realizzati, talvolta sono cortocircuitati da arrangiamenti privati. E’ questo il pattern buono per il sottosviluppo. Nei Paesi avanzati invece cio’ che non funziona non solo non viene accettato, ma lo si migliora, perché possa funzionare bene ed alla luce del sole. In Italia invece troppi cittadini si rassegnano a cio’ che non va. Mancanza di senso civile o timore di non esser capaci di migliorare ?
In uno scenario sociale di tale tipo il numero ed il potere di ras e padrini rischia di aumentare. La società rischia di mutarsi in un souk.
L’ aspetto più spiacevole di questo nuovo scenario sociale italiano é che questo tipo di società non permette affatto lo sviluppo economico, anzi lo ostacola fortemente.
E urgente aprire gli occhi e misurare le differenze rispetto all’ Europa.
Gli Italiani non sono facilmente in grado di individuare le cause remote dei loro problemi sociali né le distanze crescenti dagli altri Paesi della U.E. La testimonianza di emigrati in Paesi avanzati é vitale per permettere tale processo. Processo assolutamente necessario se si volesse riportare a galla lo Stivale.

In conclusione:- state nei guai, non cercate, o non sapete trovare, quali sono le cause che hanno originato il degrado in aumento; avete inoltre preso l’ abitudine agli sprechi diffusi nei settori pubblici;- non avete, nello Stivale, una buona capacità di capire perché avete smarrito la competitività;- avete messo al bando le virtù civiche, le quali invece permettono la gestione corretta degli altri Paesi U.E.- la società ha abbandonato la cultura dei fatti. C’ é oramai la spinta a girare a vuoto collacultura delle parole e della demagogia;- a furia di lingua biforcuta e furbismo, nello Stivale non c’ é più realismo. Se lasciate la società quale essa é oggi, allora la porta potrebbe aprirsi e scoprireste la cugina Argentina, che sta dietro e vi aspetta.

Il sottoscritto, emigrato nel ’82, avendo portato avanti per anni un’ inchiesta sulla cause dei problemi sociali e sulla divaricazione dalla Europa, é disponibile per una
presentazione ad un pubblico interessato. Quale istituzione o movimento, che ha
interesse ad un futuro di sviluppo per il Paese, mi inviterà e mi porgerà il microfono ?

Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr
(ex funzionario europeo, consulente, ingegnere)




DIVAGAZIONI SU UNO STIVALE IMBIZZARRITO
[ad uso di chi volesse valutare il divario in aumento coll’ Europa]

La cultura spagnolesca di circa tre secoli fa ha lasciato tracce profonde. Nell’ America Latina e nelle Due Sicilie. Il resto dell’ Italia, a metà secolo scorso, aveva una diversa cultura, influenzata e vicina a quella mittleuropea. Anche nell’ esercito si notavano le differenze fra i coscritti di diverse regioni.

Dopo l’ ultima guerra, gruppi di nuovi politicanti (male scelti da elettori superficiali, oppure creduti seri a causa della loro lingua biforcuta), spesso provenienti dalle Due Sicilie, hanno contribuito a trasmettere la cultura del Sud al resto dell’ Italia. Sciascia scrisse (trenta anni fa circa) nel Giorno della Civetta: “La cultura mafiosa si sta spostando dalla Sicila verso il Nord ad una velocità di 100 km all’ anno”. Uno strumento di diffusione furono i palazzi del potere a Roma. Quando Bossi dice “Roma ladrona”, si ricorda di trenta anni fa, quando ancora la Lombardia era una regione mittleuropea. Forse qualche regione ancora resiste, come le Tre Venezie ad esempio (residua mentalità austro-ungarica), ma non solo. Ma c’ é rischio che arretrino......

Parallelamente, quello che era il problema del mezzogiorno d’ Italia si sta trasformando nel problema del mezzogiorno d’ Europa (lo Stivale). La cultura e i comportamenti diffusi in gran parte dell’ Italia di oggi (descritte nelle mie lettere “Italia Desnuda”, “Differenze”, “Definizione dell’ Italiano”, “Regole e Confusione”) non sono compatibili collo sviluppo economico del villaggio globale. Il quale richiede certezze e efficienze.

Un osservazione semplicistica, solo per chiarire, é la seguente: spesso la Costituzione e le leggi italiane non sono applicate uniformente e con rigore, per tutti. E come potrebbero, se le isituzioni italiane sono gestite in un modo che, per non chiamarlo latino-americano, potremmo chiamare all’ italiana ? Non conta l’ efficienza e la serietà, ma la “conoscenza”.

Quando il servizio promesso da leggi ed istituzioni al cittadino, non é in realtà reso, l’ Italiano, semplice e rassegnato (non avendo la stessa spina dorsale di altri europei, più rigorosi, precisi, puntuali, seri insomma) non chiede che i servizi nazionali siano migliorati. Cosa in teoria possibile, se ci fosse una diversa gestione degli agenti pubblici, non basata sulla raccomandazione ma sulla selezione. Anzi non glie ne frega niente. E il numero dei pantani e grippaggi aumenta....... La confusione pure. E l’ Italiano (eccezione nella U.E.) si rivolge al compare, all’ agenzia, al ras, al padrino. Se necessario, dando qualcosa in cambio. Una bustarella eventualmente.

Alcuni, furbi, si aggregano ad un clan o ad una cordata. Solo per essere protetti. In un Paese confuso, ti senti meglio.

Molti cittadini pensano che un pizzico di furberia puo’ essere utile. Ma nessuno pensa al costo sociale del furbismo diffuso. Se gli Italiani avessero l’ abitudine di prevedere sempre le conseguenze delle proprie azioni (cosa normale in Europa), molti di loro abbandonerebbero la lingua biforcuta e il furbismo.

Se l’ organizzazione manca nello Stivale, in compenso si trovano fenomeni speciali, peraltro rari nel resto della U.E. Un fenomeno diffusissimo nell’ Italia di oggi, é la lingua biforcuta, o doppio linguaggio. Dire una cosa e farne una diversa, eventualmente opposta.

E la disorganizzazione che ha partorito la lingua biforcuta o viceversa ? Difficile rispondere, ma si puo’ dire: solo in Italia é un fenomeno tanto diffuso.

Le conseguenze di tali incapacità sociali, che la P.I. non ha cercato di correggere, sono macroscopiche. E fatali, all’ economia.

Il succo: l’ Italiano non sa più gestire grandi sistemi. Lo stato, ad esempio. Per mancanza degli strumenti necessari, peraltro esistenti nel resto dell’U.E. (1). I piccoli sistemi sono gestibili più facilmente. Quando poi si tratta di piccoli sistemi nascosti nell’ ombra, allora ciascun capo-clan o padrino definisce le proprie leggi facilmente.

Poiché le leggi, ma anche gli obiettivi, sono diversi da clan a clan, da cordata a cordata, da VIP a VIP, ecco che, in mancanza di valori, di regole ben congegnate e seguite, nasce un gran numero di contenziosi. Talora scontri, o colpi bassi, o incomprensioni e sospetti. Tutto cio’ non succede nei Paesi U.E. che sono a Nord delle Alpi, dove lo stato é curato, servito, migliorato, gestito con criteri europei, non all’ italiana.

Chi ci va a perdere ? La competitività, in alcuni settori. Attenzione, il numero dei settori aumenta... Puo’ fiorire l’ economia in un Paese che accetta, a livello nazionale, per mancanza di strumenti adeguati, la lotta di tutti contro tutti ?

Molti imprenditori, anche se cercassero di star fuori dal sistema delle bustarelle, risentono comunque fortemente delle inefficienze e insicurezze nazionali.

Chi ha fatto per decenni riunioni europee e mondiali, puo’ affermare inoltre con sicurezza che é più facile prendere decisioni in una conferenza europea di cinquecento persone che in un condominio italiano di venti persone ! Come mai ? Diversi metodi di preparazione di un intervento, di discussione , di atteggiamenti, di impostazione mentale, etc...Diverse lingue, la verità, o quasi, in un caso, lingua biforcuta nell’ altro caso. Fuori d’ Italia la confusione in un intervento toglie autorevolezza a chi parla. In Italia é talmente frequente, che la si considera normale, come l’ improvvisazione. Paragoniamo il parlamento inglese o danese, e i suoi risultati, a quello italiano. Immaginate la risposta, non c’ é bisogno di dirla. Ecco la spiegazione di un fatto, un po’ strano in Europa: per le decisioni sociali, nazionali o regionali, i risultati ottenuti sono molto spesso diversi dagli obiettivi sbandierati.

I detti fenomeni e costumi, che vengono elencati in maniera semplicistica per spiegare l’ origine delle inefficienze italiane, si sono molto diffusi in certe regioni negli ultimi lustri. Potrei dire, a livello sociale nazionale: “Se il caos non esistesse, la società italiana lo inventerebbe per divertirsi ad usare la fantasia”.

Gli imprenditori chiedono competitività ! Lo dice Confindustria, lo augura il premier, lo invoca, patetico, il capo dello stato, poi Fazio.

Come, di grazia ? ?

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr
(disponibile per presentare le cause dei guai sociali italiani)

Lo stivale: un cavallo inbizzarrito in fuga. Alcuni premiers e alcunipadrini tentano di mettergli la briglia. In modo ondivago, disorganizzato,inefficace, senza ordini di squadra, disordinatamente. Talvolta senza pensare alle conseguenze delle proprie decisioni. E il cavallo continua a fuggire. Verso il Sudamerica o verso il M.O. ?
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(1) Gestire grandi sistemi a livello europeo richiede: rigore, organizzazione (anche mentale), programmazione, serietà, coerenza, coincidenza tra il detto ed il fatto, etc.. V. in merito la Lettera dall’ Europa “La Favola”.

Le Lettere dall’ Europa, ricerca sulle cause dei problemi socio-economici, sono su:

http://angrema.blogspot.com/http://www.accademiaonline.net/ (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “società”).



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